05 maggio 2022

Anche il Vaticano arriva nel Metaverso, con una nuova galleria NFT

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Il progetto della Galleria NFT del Vaticano sarà lanciato entro la fine dell’anno e servirà a rendere più accessibili le opere d’arte e gli oggetti della sua preziosa collezione

Studio Azzurro, In Principio (e poi), Padiglione della Santa Sede alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, 2013

E alla fine, anche il Vaticano avrà la sua galleria d’arte NFT ma non per entrare in un nuovo e dinamico settore del mercato, piuttosto, come dichiarato, per rendere fruibili i tesori conservati nella sua collezione, composta da manoscritti, oggetti preziosi, reperti e circa 800 opere d’arte, da Michelangelo e Raffaello a Wassily Kandinsky e Vincent van Gogh, passando per Marc Chagall, Salvador Dalí, Paul Gauguin e Pablo Picasso. Molte opere sono esposte nei Musei Vaticani, tra i siti museali più visitati al mondo, con più di 6 milioni di visitatori all’anno. Il progetto sarà sviluppato da Sensorium, una società impegnata nella tecnologia del metaverso, che ha già realizzato esperienze immersive e spettacoli virtuali per musicisti e dj come David Guetta e Steve Aoki.

Per la nuova galleria NFT, Sensorium lavorerà in collaborazione con Humanity 2.0, una organizzazione no-profit gestita dal Vaticano e presieduta da Padre Philip Larrey, titolare della Cattedra di Logica ed Epistemologia presso la Pontificia Università Lateranense in Vaticano, Preside del Dipartimento di Filosofia e autore di alcuni libri sull’effetto della tecnologia sulla società moderna e le implicazioni filosofiche dell’intelligenza artificiale. «Non vediamo l’ora di collaborare con Sensorium per esplorare nuovi modi per democratizzare l’arte, rendendola ampiamente disponibile alle persone di tutto il mondo, indipendentemente dai loro limiti socio-economici e geografici», ha affermato padre Larrey in una nota diffusa alla stampa.

La galleria sarà fruibile sia tramite di visori di realtà virtuale che sui più comuni desktop e sarà disponibile quest’anno. Ma, secondo quanto specificato, gli NFT, cioè i Non Fungible Tokens, codici univoci e non replicabili, associati a degli oggetti, sia fisici che virtuali, non saranno utilizzati per la vendita. E dunque, a cosa serviranno? «La natura di questo progetto di Humanity 2.0 è esclusivamente sociale e non commerciale. Inoltre, gli NFT non devono necessariamente provenire da un’opera d’arte, ma possono anche includere biglietti e altri oggetti», ha spiegato un portavoce del Vaticano.

Peraltro, non è la prima volta che lo Stato della Chiesa si apre alle nuove tecnologie. Nel 2013, al primo Padiglione della Santa Sede alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, fu presentata “In Principio (e poi)”, videoinstallazione interattiva e immersiva realizzata da Studio Azzurro e dedicata alla Genesi. L’opera, che fa parte della serie degli “Ambienti Sensibili” di Studio Azzurro, è attualmente in esposizione permanente nella Sala 13 dei Musei Vaticani.

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