13 settembre 2021

Arte e scienza in dialogo a tre voci, al Palazzo delle Esposizioni di Roma

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Al Palazzo delle Esposizioni di Roma un ampio progetto espositivo scandito in tre stazioni per altrettanti punti di vista sul complesso rapporto tra arte, scienza e società

Dora Budor, precipitando, 2017, lampada parabolica modificata, LED, sistema Arduino sensibile al movimento, hardware in metallo, involucri realizzati con stampa 3D, inserti in schiuma di poliuretano, resina uretanica, colorante, anfibi di scena utilizzati nel film Magnolia (1999). Collezione Varon

Scienza, tecnica, tecnologia, società, quattro termini chiave degli ultimi decenni, non solo sottoposti a trasformazioni e torsioni di senso, ma anche sempre più intrecciati. Sembrava che tutto stesse andando più o meno bene, in qualche modo tutto pareva sotto controllo ma poi è arrivata la pandemia che, dall’alto della sua portata inaudita, ha fatto arrivare i nodi al pettine. Veri e propri grovigli concettuali, fisici, virtuali, linguistici, dal cui scioglimento dipenderanno probabilmente le sorti del nostro futuro prossimo. La politica, l’economia, la filosofia sono chiamate a fornire le proprie visioni ma anche l’arte, come modalità di rappresentazione del tempo e di sperimentazione di certe teorie sul campo pratico, non può evitare la sfida. A Roma, al Palazzo delle Esposizioni, dal 12 ottobre, avremo modo di seguire e lasciarci ispirare dalle suggestioni di questa sorta di chiamata alle proprie responsabilità da parte dei vari ambiti della conoscenza, attraversando “Tre stazioni per Arte-Scienza”.

Promossa da Roma Culture, ideata e organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo, la rassegna è scandita da tre fasi, per altrettanti punti di vista: quello storico, con il progetto “La scienza di Roma. Passato, presente e futuro di una città”, quello artistico, con “Ti con zero”, e quello della ricerca scientifica contemporanea, con “Incertezza. Interpretare il presente, prevedere il futuro”. Le tre mostre saranno accompagnate da un programma di laboratori, conferenze, eventi e rassegne cinematografiche, nonché da un palinsesto digitale.

«Si parte metaforicamente dall’idea di “stazione”, proprio perché sembra paradigmatica la sua trasformazione dal movimento-progresso della stazione ottocentesca, luogo di incontro e di socialità, alle stazioni di ricerca dove gli scienziati si fermavano per fare osservazioni ed esperimenti, fino alle stazioni spaziali, avamposto tecnologico dell’umanità nel cosmo, fino alle nuove forme di “stasi” contemporanee necessarie: quarantena, lavoro da casa e altre», spiegano gli organizzatori.

«Una tale trasformazione dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che il sapere non può fondarsi né sulle certezze né sulle separazioni disciplinari, ma può invece mantenersi nella dimensione della ricerca che è il luogo mobile e potenziale, incerto e libero, dove si incontrano la scienza e l’arte. Ispirata da questo pensiero, la rotonda di Palazzo delle Esposizioni accoglierà dialoghi e visioni in cui convergeranno i temi dei singoli progetti espositivi: conferenze, lezioni, performance, insieme alle opere in mostra, stabiliranno nuove temporalità di fruizione del sapere».

L’arte è sempre conoscenza comtemporanea

“Ti con zero” è la mostra a cura di Paola Bonani, Francesca Rachele Oppedisano e Laura Perrone, che cita l’omonima raccolta di racconti pubblicata da Italo Calvino nel 1967 che, a sua volta, precursore del dialogo tra letteratura e scienza, faceva riferimento alla notazione matematica con cui si indica il momento iniziale di osservazione di un fenomeno. Algoritmi ed errori generativi, microbi intuitivi e apparati biologici sintetici, desertificazioni ed esplorazioni spaziali, automazione e spillover, sono alcuni degli argomenti affrontati dalle ricerche dei 30 artisti in esposizione.

Richard Mosse, Organ, dalla serie Ultra, 2019 stampa digitale montata su dibond Courtesy l’artista, Jack Shainman Gallery, New York e carlier|gebauer, Berlino/Madrid

Alcune delle personalità più influenti dell’arte contemporanea, come Tacita Dean, Agnes Denes, Antony Gormley, Pierre Huyghe, Ryoji Ikeda, Carsten Nicolai, Roman Ondak, Giuseppe Penone e Sissel Tolaas, entreranno in dialogo con una selezione di artisti di una generazione più giovane, tra cui Tega Brain, Dora Budor, Revital Cohen e Tuur van Balen, Daniel Steegman Mangrané, Richard Mosse, Rachel Rose e Jenna Sutela, e con alcuni maestri del passato, come Alighiero Boetti, Gino De Dominicis, Albrecht Dürer, Channa Horwitz, Gustav Metzger, Roman Opałka, Nancy Holt e Robert Smithson. Diviso in sette sezioni, il percorso propone due diversi sguardi: il primo si fonda sulla pratica della conoscenza razionale della realtà che ci circonda, mediata dal linguaggio e dalla tecnica; il secondo riguarda la conoscenza sensibile dei fenomeni.

Carsten Nicolai, Anti, 2004, struttura in polipropilene, modulo sonoro, modulo theremin, trasduttore, amplificatore, vernice nera luce-assorbente, Courtesy Galerie EIGEN + ART, Lipsia/Berlino e Pace Gallery

Le altre mostre delle stazioni di Arte-Scienza

Sul ruolo storico di Roma come crocevia della scienza è incentrata “La Scienza di Roma. Passato, presente e futuro di una città”, mostra a cura di Fabrizio Rufo e Stefano Papi. Aerospazio, agronomia, antropologia, astronomia, biologia, chimica, fisica, matematica, medicina, scienze della terra: non esistono discipline che non abbiano trovato nella città di Roma la sede per il loro sviluppo e spesso il loro momento fondativo basti pensare all’astrofisica o alla fisica nucleare.

Tavole sciateriche di Athanasius Kircher, Roma 1636
INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica, Museo Astronomico e Copernicano, Osservatorio Astronomico di Roma

«Obiettivo e punto di forza dell’esposizione è quello di raccontare la storia delle idee scientifiche e il loro impatto nella società attraverso i grandi scienziati che a Roma hanno lavorato e le grandi scoperte che qui sono state fatte; il tutto attraverso una commistione di linguaggi in cui si fonderanno il rigore scientifico e la suggestione estetica, la spiegazione e l’emozione». Una narrazione testuale accompagnerà il visitatore nelle nove sezioni della mostra, alternandosi alla contemplazione di reperti scientifici originali emozionanti e spesso inediti come, ad esempio, gli acquarelli delle fasi lunari disegnate da Galileo Galilei, il cranio originale dell’uomo di Neanderthal di Saccopastore, gli strumenti dei “ragazzi di via Panisperna”, le tavole sciateriche di Athanasius Kircher.

“Incertezza Interpretare il presente, prevedere il futuro” è il titolo della mostra a cura di INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Vincenzo Barone, Fernando Ferroni, Vincenzo Napolano, Antonella Varaschin. Punto di partenza è il concetto fuorviante di scienza esatta. Le informazioni sul mondo, infatti, sono frutto di osservazioni e misure che hanno sempre un margine di incertezza. Questo può essere valutato e ridotto, ma mai eliminato del tutto, perché trae origine da fluttuazioni casuali che accompagnano inevitabilmente i fenomeni naturali e le stesse procedure osservative.

Rappresentazione schematica dell’universo. ©F.Cuicchio/Asimmetrie/INFN

La rivoluzione quantistica ha già mostrato come il caso si annidi anche al livello dei costituenti fondamentali del mondo fisico ma l’incertezza non è solo un concetto scientifico: è anche un aspetto centrale della nostra esistenza. I rapidi cambiamenti in atto e, in modo ancor più dirompente, gli effetti sulla nostra vita della attuale pandemia hanno reso pervasivo e persistente il tema dell’incertezza, collocandolo al centro degli sforzi di interpretazione della contemporaneità. La mostra illustra alcune delle molteplici sfaccettature dell’idea di incertezza e i modi in cui la scienza fa i conti con essa.

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