30 marzo 2008

ASPETTANDO LA FONDAZIONE MAXXI

 
In occasione della fine dei lavori in muratura del Maxxi, il primo grande centro d’arte contemporanea statale in Italia (con una trentacinquina d’anni di ritardo su tutti gli altri Paesi), intervistiamo Anna Mattirolo, direttrice del MAXXIarte. Per scoprire quali saranno i passi che il grande museo romano dovrà compiere in vista dell’inaugurazione prevista tra un anno...

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Poche settimane fa è stata festeggiata la fine dei lavori a cemento nel cantiere del Maxxi. Quale è stato l’attimo in cui ha capito che ce la si poteva fare.
Diciamo che la certezza che il progetto sarebbe andato a termine l’ho avuta soprattutto quando il Ministro Rutelli lo ha indicato tra le priorità del Ministero ed ha ottenuto i fondi necessari per la sua conclusione…

Il Maxxi avrà due anime. Che rapporti di forze ci saranno tra arte e architettura?
La novità del progetto culturale sta proprio nell’interagire delle due discipline; gli spazi saranno condivisi spesso per progetti comuni. Naturalmente le due collezioni troveranno la loro collocazione più stabile in spazi individuati grazie alle proprie caratteristiche e alla loro necessaria fruizione. In questo senso l’arte avrà necessariamente bisogno di spazi più ampi.

Uno scorcio del MaxxiOltre alle strutture avrete a disposizione una vera e propria piazza urbana. Cosa ci farete?
Il progetto Hadid ha anche la caratteristica di porsi con un valore aggiunto che è proprio a carattere urbano. Il Maxxi cambierà il volto di un intero quartiere che troverà in quella “piazza” il luogo dedicato alla migliore creatività contemporanea.

L’ex direttore generale Pio Baldi stava lavorando alla governance del museo. Come andranno avanti questi progetti?
Nel suo nuovo ruolo Pio Baldi sta infatti lavorando per la creazione della Fondazione Maxxi e so che è in dirittura d’arrivo.

Come è composto il vostro organigramma?
L’organigramma sarà in linea con le direttive degli standard museali indicati dal Ministero e, dunque, risponderà alle esigenze reali del Museo.

A tal proposito è previsto il rimpiazzo della figura del capo-curatore come era Paolo Colombo?
Il Maxxi si avvale già oggi di uno staff curatoriale aperto alle generazioni più giovani. Saranno anche quelle competenze a portare l’attività del Museo ad aprirsi e ad approfondire i settori culturali più interessanti e di più stringente attualità.

Dopo aver fatto il Maxxi bisogna farlo funzionare. E possibilmente al livello delle strutture internazionali parigrado come la Tate, il Beaubourg e similia. Che tipo di budget annuale è garantito al Museo Nazionale delle Arti del XXIsecolo? Che genere di influenza può avere la politica su questa dotazione? Ogni anno il governo può aumentare o diminuire il plafond a piacimento?
Un particolare del Maxxi - photo Hélène BinetSarà proprio compito della Fondazione stabilire il budget necessario per il funzionamento del Museo. È il lavoro che si sta facendo ora sulla base di previsioni di spesa che sono già state studiate da tempo. È ovvio che la dotazione dovrà essere stabilita in base al reale funzionamento di una struttura come questa e che dovrà essere determinata in modo stabile.

Quali sono le acquisizioni più interessanti che avete fatto in questi anni in attesa del compimento del cantiere?
La collezione del Maxxi è stata pubblicata e in parte già esposta in mostre dedicate. Si tratta di oltre trecento opere, tra acquisti, donazioni, premi e comodati, che riflettono la natura del Museo: la sua radicalità su una propria tradizione culturale, che proietti il Maxxi su una dimensione internazionale con originalità e qualità.

Chi decide gli acquisti? Esiste una commissione scientifica?
Le proposte di acquisto vengono fatte dalla direzione e dai curatori. Il Comitato tecnico scientifico di settore, così come per tutte le altre Direzioni Generali, esamina le proposte e convalida gli acquisti se conformi ai requisiti prestabiliti.

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a cura di pierluigi sacconi

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