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Cezary Poniatowski porta l’arte in fabbrica, con una scultura d’aria e acciaio
Progetti e iniziative
di redazione
Si intitola Inhalatorium e vuole dare una forma all’aria: si tratta dell’opera site specific che l’artista Cezary Poniatowski ha concepito per lo stabilimento Elica Group di Jelcz-Laskowice, in Polonia, nella Bassa Slesia, nell’ambito della XXIII edizione del Premio Ermanno Casoli. L’intervento, curato da Jakub Gawkowski e Marcello Smarrelli, è stato inaugurato in occasione del ventennale della sede polacca di Elica.
Promosso dalla FEC – Fondazione Ermanno Casoli, il Premio Ermanno Casoli nasce per favorire l’incontro tra arte contemporanea e impresa attraverso progetti realizzati all’interno degli ambienti lavorativi, con la partecipazione attiva dei dipendenti. Istituito in memoria di Ermanno Casoli, storico fondatore di Elica, azienda leader globale nei sistemi aspiranti da cucina, il Premio rappresenta il cuore pulsante delle attività della Fondazione, istituita nel 2007.

Nel tempo, il Premio è stato vinto da artisti che coniugano ricerca formale e attenzione al contesto sociale: da Andrea Mastrovito a Francesco Arena, da Claire Fontaine ad Agostino Iacurci, fino a Poniatowski, scelto per la capacità di attivare processi relazionali e riflessioni condivise. Ogni progetto prevede una fase di residenza e la creazione di un’opera permanente, pensata per interagire con le dinamiche interne all’azienda.
«Negli anni abbiamo realizzato interventi analoghi anche in altri stabilimenti del gruppo Elica e di altre grandi multinazionali, facendo agire l’arte come attivatore di dialogo, confronto e riflessione. La nuova installazione si inserisce a pieno titolo in questo percorso, rinforzando la visione internazionale di Elica e il suo modo unico di promuovere l’arte con il suo potenziale trasformativo a beneficio delle comunità coinvolte», ha spiegato Smarrelli.

Artista interdisciplinare nato e cresciuto a Varsavia, Cezary Poniatowski vive oggi tra la capitale polacca e l’isola di Creta. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Varsavia, si è inizialmente affermato per i suoi dipinti dalla forte impronta grafica e dalla tavolozza essenziale, prima di orientarsi, negli ultimi cinque anni, verso installazioni site responsive e sculture che sfidano l’identità dell’oggetto e del luogo. Il suo lavoro, rappresentato da Galeria Wschód (Varsavia e New York), è stato esposto in spazi internazionali come la Galerie Derouillon di Parigi, la 032c Gallery di Berlino, la Zachęta National Gallery of Art di Varsavia e Linseed Projects a Shanghai.

In Inhalatorium, la sua cifra estetica si intreccia con un processo partecipato che ha coinvolto operai, tecnici e ingegneri dello stabilimento. L’opera è stata poi attivata da una serie di workshop sul respiro, ideati insieme a esperti, che hanno trasformato lo spazio in un luogo condiviso di consapevolezza e benessere.

«Realizzare quest’opera all’interno dello stabilimento di Elica Group Polska è stata un’esperienza rara e stimolante», ha dichiarato Cezary Poniatowski. «Poter accedere direttamente alle conoscenze tecniche e alle competenze dei lavoratori dell’azienda mi ha permesso di ampliare i confini della mia pratica. Per alcune settimane, l’ambiente produttivo è diventato un atelier temporaneo, rendendo il processo tanto significativo quanto l’opera finita».

L’opera è situata in uno spazio sopraelevato, affacciato sulle linee di produzione, dove una scultura in acciaio grezzo, un filtro antropomorfo, enigmatico e quasi liturgico, incarna l’essenza invisibile della fabbrica: l’aria. Un omaggio alla tecnologia del marchio, specializzato in sistemi di aspirazione, e una riflessione poetica e politica sul respiro come atto vitale, simbolo di interconnessione, memoria e rigenerazione. Intorno, materiali industriali riconfigurati, inserti vegetali, fontane e strutture che richiamano ambienti clinici o utopici: l’opera sfida la grammatica produttiva per aprire a un’estetica del perturbante, fondendo organico e meccanico.

Il progetto verrà presentato anche in Italia, il 29 settembre 2025, durante un talk all’Istituto Polacco di Roma, con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Cracovia.














