09 maggio 2025

Il corpo, la natura, il conflitto: i temi che attraversano Milano Scultura 2025

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Milano Scultura, torna per la nona edizione nella magnifica Villa Bagatti Valsecchi di Varedo: report dall’unica fiera progetto espositivo italiana dedicata alle arti plastiche

Con una selezione di gallerie, artisti indipendenti ed eventi tutti da scoprire e di cui far esperienza, la nona edizione di Milano Scultura apre le porte al pubblico dal 9 all’11 maggio 2025. Dal respiro organico, priva di stand e pensata come una grande esposizione in dialogo tra le opere e lo spazio, Milano Scultura riconferma la sua pelle e la sua sede. Ancora una volta, Villa Bagatti Valsecchi offre la dimensione perfetta in cui inserire e far vibrare, tra l’immenso giardino e i gruppi scultorei settecenteschi che ne animano gli spazi e ne sorvegliano le mura, opere di scultura contemporanea.

Una scommessa che ora è un punto di forza: «Lo spirito della scultura è quello di vivere non di assoluto ma di continuo rapporto con gli spazi, l’ambiente, le architetture», racconta Valerio Dehò, curatore della fiera che trova nella Villa di Varedo l’opportunità di «Vari scenari e varie possibilità, la varietà degli spazi interni, le prospettive paesaggistiche, le diverse strutture architettoniche, hanno bisogno di una coniugazione delle opere sempre differente».

Pensata dalla direttrice Ilaria Centola come una fiera che al contempo è un progetto espositivo, Milano Scultura abbraccia l’attenzione sia di un pubblico collezionista che di appassionati. «Lo scopo è quello di offrire a un largo pubblico una panoramica accuratamente selezionata di ciò che il medium della scultura è in grado di offrire oggi», commenta Centola, facendo della nona edizione un corpo fieristico composto da una selezione di circa trenta gallerie insieme a incontri, artisti indipendenti, talk, performance e due progetti speciali.

Ad aprire questa edizione è la macchina-scultura di Marc Kalinka dove i corpi di due pagliacci con le sagome come volto di diversi politici si contengono segando in due il mondo, sul ritmo della tipica melodia circense dei clown. All’ironia ambigua di questa opera si contrappone quella di CUT – entrambi gli artisti rappresentati da Stazione Arte – che attingendo all’immaginario scolastico, bambinesco, della cancelleria, ricrea delle grandi gomme per cancellare un’umiliazione, una vergogna, un ostacolo o una paura.

Martina Antonioni, SENO # 2, 2021, gesso, acrilico e bomboletta spray su agrume, cm 5×4,5×3

In tutta la fiera ricorre la simbologia significante del corpo, in particolare quello femminile, inteso come una dimensione da sviscerare e ricostruire, di rottura e apertura con nuove possibilità trasformative, dai legami più o meno stabili. Accade per le stratificazioni plastiche dei corpi di Devid Biscontini – con galleria Uncode Project – di cui una delle sue sculture si inserisce tra quelle settecentesche del giardino di Villa Bagatti Valsecchi. Per i leggeri seni di Martina Antonioni, realizzate con diverse bucce di agrumi ai quali si affiancano, su piedistalli cubici di ferro, i corpi materici dalle forme abbozzate e frammentate di Riccardo Garolla, entrambi presentati dalla galleria Immersioninellarte.

Henri Beaufour

La figura del corpo è anche protagonista dei due progetti speciali di questa edizione di Milano Scultura: alle opere plastiche di corpi d’animali, volti demoniaci e ritratti di persone realizzati in marmo dall’artista Henri Beaufour, fanno da contraltare i grandi volumi spumosi e leggeri in bronzo di Matteo lo Greco, allestiti nella stanza dei desideri della Villa.

Matteo Lo Greco, LA SEDUTA SUL FILO, Bronzo, 85 cm, 2024

Quello del corpo è un fil rouge che abbraccia gran parte delle opere in fiera, insieme quella ricerca viscerale attraverso il naturale, la memoria di luoghi lontani, sacri, magici. Accanto ai fiori taglienti e vivaci di Marco Penati e alle opere di ARTI<>STA, Art Gallery Finesteria presenta il lavoro della giovane artista Alessandra La Marca, dalle figure bluastre, quasi marine, al limite dell’incontro tra pitture e scultura, insieme a quelle di Daniele Nitti Sotres che crea degli involucri protettivi a gioielli preziosi della natura.

Daniele Nitti, Hecizo vertical, 2025, marmo di carrara e acciaio, cm222x65x65

Infine, un altro fil rouge che raccoglie le opere degli artisti in fiera è sicuramente quello della guerra: dall’opera di Marc Kalinka a quella di Paolo Matteucci con Città in Guerra (2024), di cui ne restano solo gli scheletri architettonici dilaniati dalla distruzione, o alle impeccabili sculture in marmo di Teo Martino della Floris Art Gallery con riferimenti alle armi militari.

Anche quest’anno, Milano Scultura riesce a distogliere l’attenzione dalla grande città meneghina, puntando i riflettori sulla ricca scena artistica e culturale dell’hinterland milanese che prende sempre di più il suo spazio. Un’edizione che dimostra la capacità della scultura nel relazionarsi con l’ambiente, in una sintesi temporale tra visione e fruizione tradotta anche nel dialogo tra l’esposizione e la sede di Villa Bagatti Valsecchi.

Milano Scultura 2025, Villa Bagatti Valsecchi, Davide Dall’Osso, courtesy Stazione Art contemporary
Milano Scultura 2025, Villa Bagatti Valsecchi, installation view, ph. DanielaFerrante
Milano Scultura 2025, Villa Bagatti Valsecchi, installation view, ph. DanielaFerrante
Milano Scultura 2025, Villa Bagatti Valsecchi, installation view, ph. DanielaFerrante
Milano Scultura 2025, Villa Bagatti Valsecchi, installation view, ph. DanielaFerrante
Milano Scultura 2025, Villa Bagatti Valsecchi, installation view, ph. DanielaFerrante
Milano Scultura 2025, Villa Bagatti Valsecchi, Opera di Daniele Nitti, courtesy Art Gallery Finestreria

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