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20
ottobre 2015
Dentro un labirinto.Tra cosmo e storia
Progetti e iniziative
Riccardo Arena ci porta alle isole Solovki vicino a Circolo Polare Artico. Un viaggio affascinante tra le popolazioni nomadi del mare e l’ascesi spirituale
“VAVILON/Solovki Islands” di Riccardo Arena, a Via Farini fino a domani, 21 ottobre, è una grande sorpresa: per il tema, per la ricchezza delle immagini, per le conferenze che ha abbinato. Il tema riguarda la storia politica della Russia presovietica, le conquiste sovietiche dello spazio e i nessi esoterici che hanno camminato accanto alla Chiesa Ortodossa e alla scienza moderna. Così Arena descrive il progetto: «nasce da una ricerca sulle Isole Solovki, un arcipelago nel Mar Bianco russo distante 160 Km dal Circolo Polare Artico, che attraverso i millenni si è fatto luogo di culto e d’iniziazione per le antiche popolazioni nomadi del mare, dimora mistica e di ascesi spirituale, santuario ortodosso, teatro della paradossale esperienza dei gulag, testimone di utopie e distopie totalitariste, terreno di battaglie ideologiche e tempio per la redenzione».
L’esperienza del viaggio è alla base del suo agire artistico e nel 2013 è stato alle isole Solovki. Dallo spostamento reale e interiore, dalle emozioni per ciò che affiora dalla storia, passa alla ricerca raffinata di documenti e immagini. Appare una figura inedita: la densità della Storia. La si vede ad occhio nudo. Molto emozionante e imprevisto.
Le immagini fanno intuire cose che conosciamo, ma di cui non ricordiamo i nessi. Disposte a terra, sulle pareti, a volte ad altezza di sguardo, a volte lontanissime, tutte insieme creano la “figura” della Storia, il movimento alternato di visibile e invisibile, di ricordo e dimenticanza è il processo di sedimentazione storica.
Lo sappiamo, ma non è facile rappresentarlo in un colpo d’occhio. Riccardo Arena ci riesce. E per mettere tutti in condizione di avvicinarsi ha organizzato due pomeriggi di relazioni: Matteo Bertelé ha raccontato il mito del volo spaziale; Gian Piero Piretto i legami iconografici del realismo socialista negli anni ’50 e ‘60 con la conquista dello spazio; Marco Bulloni ha ricostruito la storia delle isole Solovki; Giorgio Galli ha messo in luce i legami magico-esoterici che, prima e dopo la rivoluzione scientifica del ‘600, hanno influenzato la vicenda politica e che oggi pongono la questione di come riconnettersi a percezioni non solo razionaliste per comprendere il magma della storia e del presente. Matteo Guarnaccia, parlando dell’aspirazione umana al volo, ha collegato vari esempi in cui la dimensione sciamanica è migrata nel senso comune fino all’invenzione di Santa Klaus. Nel 1820 nei sobborghi di New York si diffonde la fiaba metropolitana di un uomo vestito di verde che in volo con due renne si infila in un camino e porta dei doni, retaggio di quelli che gli sciamani lasciavano dopo aver assunto l’Ammannita Muscaria. La Coca Cola fa del personaggio un proprio testimonial e il vestito, diventa rosso. Massimiliano Judica Cordiglia ha raccontato la vita di suo padre e suo zio, che da bambini iniziarono l’attività di radio amatori, diventando così bravi da captare i segnali della conquista dello spazio sovietica, da Gagarin fino alla voce drammaticissima di una donna che si trovava in un satellite che stava precipitando. E poi i segnali dell’atterraggio sulla Luna degli americani nel 1969.
Mentre si ascolta, le bellissime figure inventate da Arena, ci fanno fare un viaggio nel tempo. Il collage fotografico tra una canoa archetipica e la guglia di lancio di un missile fa riconoscere un deposito storico, che diventa simbolo di un processo.
Un labirinto a terra con frammenti di carbone ci fa alzare gli occhi sulle foto di uno dei 35 labirinti naturali presenti nelle Solovki, è un’entità vivente ricoperta d’erba. Vavilon significa concentrico ed è il nome dei labirinti delle Solovki. Un Pope appare in mezzo a uno stagno, è ritratto con i paramenti, in piedi su una canoa. Le guglie di una chiesa fanno corpo con le sezioni di propulsori missilistici. Altre immagini a volte si combinano con documentazioni effettive, a volte assumono la forma di mandorle allungate, colorate che hanno in sé il richiamo alla fusoliera dei missili, della mandorla sacra che costella la storia della Chiesa Ortodossa, e Cattolica, ma anche dei panorami suprematisti. Un’altra figura ricorda la Torre di Tatlin. Mentre in un dittico appare la foto di un cratere lunare e delle Solovki viste dallo spazio: hanno lo stesso disegno.
Alla radice di questo viaggio simbolico/storico/esperienziale c’è la filosofia cosmista che, come scrive Arena: «è una sottotrama occulta del primo sistema totalitarista sovietico che permea tutta la storia della cosmonautica russa». E così descrive il suo procedimento estetico: «Le opere che compongono VAVILON ricostruiscono la morfologia delle Solovki su un piano immaginario, rivelandone la forma più intima, la mappa più profonda e autentica, e manifestando le forze psicogeografiche che hanno plasmato gli eventi storici sedimentati nel tempo e nel territorio».
Il viaggio che, trascendendo i limiti della condizione umana, produce redenzione (la vita monastica che per secoli si è sviluppata nelle isole; la filosofia cosmista dove la ricerca dell’immortalità si attua nella fuga cosmica dal labirinto della mortalità), si intreccia al viaggio di “correzione” che decide di sottrarre alla vita pubblica chi dissente. Una specie di terribile contrappasso, tra la ricerca più vicina al limite del conoscibile per toccare ciò che “vive dietro la luce del sole”, come diceva Malevic rispetto al Suprematismo, e la reazione d’ordine che vieta tutto ciò che non sta dentro l’ortodossia.
Dalle bellissime opere che compongono questa Figura della Storia, appare la domanda cruciale sull’oggi: tra consenso e messa in silenzio di chi pensa che l’identità sfugga alle regole di media e social network, che fare?
Francesca Pasini