30 settembre 2009

EXTRELARGE

 
È stata dura, ma ce l’hanno fatta. Sergio Tossi ripercorre “la storia infinita” dello spazio di viale Giannotti a Firenze, e accenna alle linee della futura programmazione. Non senza un occhio al budget. Si comincia il 2 ottobre, alla vigilia della Giornata del Contemporaneo...

di

L’apertura di Extre è stata un vero e proprio parto.
Ripercorriamo tutti gli accadimenti degli ultimi anni, da quando questo spazio
si chiamava Quarter?

Il Quarter chiuse quasi quattro anni fa ed ebbi la prima
sollecitazione a occuparmi della sua possibile riapertura nel gennaio del
2007… Dopo una lunga prima fase d’incontri con l’assessorato alla cultura e
la creazione dell’associazione Extre Toscana Contemporanea, ci fu detto che il
comune di Firenze avrebbe indetto un bando di gara pubblico per la gestione
dello spazio di viale Giannotti. Il testo del bando ebbe una gestazione
lunghissima: nel luglio 2008 finalmente uscì e al sopralluogo obbligatorio si
presentarono sei possibili partecipanti. Di fatto aderirono solamente la nostra
associazione e l’Accademia di Belle Arti. Il bando si doveva chiudere alla fine
di settembre ma, in mancanza di alcuni documenti, fu concessa all’Accademia
l’opportunità di un’integrazione. Così la commissione giudicante si dovette
riunire una seconda volta. Il nostro progetto ottenne un’ottima valutazione ma
malauguratamente risultò che l’Accademia era ancora mancante di un documento,
quindi ottenemmo l’assegnazione senza un reale confronto di progetti.

E perché non si partì fin d’allora?
L’Accademia fece poi ricorso al Tar chiedendo la
sospensiva dell’assegnazione, richiesta respinta nel marzo di quest’anno. Di
fatto la ratifica dell’assegnazione è passata solo alla vigilia delle elezioni
amministrative e la firma della convenzione è stata possibile all’inizio di
agosto.

Sergio Tossi
Beh, un bando all’italiana. Nel concreto, com’è
strutturata l’associazione che gestirà gli spazi di viale Giannotti?

Extre Toscana Contemporanea è composta da un numero
volutamente limitato di persone (una quindicina), con un consiglio
d’amministrazione di sette elementi, presidente l’imprenditore Andrea Tanini e
vicepresidente l’avvocato Andrea Mannari. Abbiamo poi un tesoriere (Lucia
Montigiani), un responsabile amministrativo (Enrico Baluardi) e un responsabile
della comunicazione e del fundraising (Neri Torrigiani). E ancora esperti per
l’area architettura e design (Claudio Nardi, Massimo Dei e Pierangelo
Orecchioni).

Vi troverete ad allestire mostre ed eventi in ambienti
grandicelli…

Lo spazio di viale Giannotti non è in realtà enorme (in
tutto circa milletrecento metri quadri), ma spicca la sala grande, quasi il
settanta per cento di tutta la superficie. Vorremmo utilizzarla per le mostre
principali, anche se daremo molta importanza agli ambienti laterali, che si
prestano a una programmazione più eclettica, e alla hall di entrata, sia per
alcune forme espositive sia per attività collaterali. Ci piacerebbe poi
spingerci fuori, con progetti pensati per altri luoghi del quartiere e della
città.
La facciata dell'Ex3
Quali sono le linee guida del progetto che avete
presentato al Comune per aggiudicarvi la gestione?

Abbiamo ipotizzato un centro che lavori soprattutto con le
ultime generazioni, cercando di alternare nomi internazionali con artisti
italiani e toscani in particolare. Ciò vuol dire proporre soprattutto mostre
personali o doppie personali, come nel caso dell’evento inaugurale con il
tedesco Julian Rosefeldt e l’americano (ma italiano d’adozione) Ian Tweedy.
Cercheremo poi di costruire un network sia con altre realtà del territorio che
con istituzioni straniere. Vogliamo anche dare un forte supporto didattico alle
nostre attività, perciò collaboreremo con istituzioni scolastiche e
universitarie. Infine cercheremo di dare spazio a discipline quali design e
architettura, ma anche musica, letteratura…

La direzione artistica di Extre è un tris composto da
Sergio Tossi, Arabella Natalini e Lorenzo Giusti. Come vi siete trovati?

In fase di preparazione del bando di gara venni a sapere
che Arabella Natalini e Lorenzo Giusti stavano lavorando a un progetto.
Conoscendo e stimando Arabella da molti anni, decisi di contattarli e
verificammo che i due documenti programmatici si assomigliavano moltissimo.
Decidemmo così, cosa più unica che rara a Firenze, di unire le forze, in virtù anche
delle differenti esperienze: io con vent’anni di organizzazione di mostre alle
spalle e loro critici e curatori con interessi complementari.

Lorenzo GiustiOltre alla visione sperimentale e internazionale siete
chiamati a uno sguardo verso il territorio toscano…

Stiamo lavorando a quello che vorremmo chiamare Premio
Toscana Contemporanea, che individui annualmente il giovane artista della
regione maggiormente distintosi negli ultimi due/tre anni per mostre, progetti,
elaborazioni teoriche e pratiche. Per questo nomineremo una commissione di
critici del territorio e una giuria di livello internazionale; al vincitore
destineremo una mostra e un catalogo, oltre a un premio in denaro.
Parallelamente collaboreremo al progetto Networking – quest’anno curato da
Elisa Del Prete – ospitandone la mostra finale. Stiamo anche pensando di
dedicare un orario fisso in un giorno della settimana alla visione del
materiale dei giovani artisti, locali e non.

Qual è il vostro business plan?
Come la maggior parte dei centri per l’arte contemporanea
pubblici italiani ed europei abbiamo costruito il nostro business plan
dividendo circa al cinquanta per cento il contributo pubblico e quello di
partner e sponsor privati. La crisi in atto ci fa pensare che dovremmo rivedere
questa percentuale cercando di avere un aiuto maggiore da enti pubblici. La
lunghezza dell’iter di assegnazione non ci ha certo aiutato e qualche sponsor
l’abbiamo perso per strada, ma fortunatamente altri sembrano disponibili a
contribuire. È chiaro che il lavoro di fundraising non si esaurisce mai: faremo
una serrata campagna per avere soci sostenitori con contributi variabili. Da
quindici euro in su…

Avete pensato a servizi aggiuntivi come bookshop e
caffè?

Riteniamo la caffetteria essenziale per la fidelizzazione
del visitatore. Ci piacerebbe infatti che si potesse venire ad EX3 anche per un
momento di piacevole relax, magari sfogliando qualche rivista d’arte o di
architettura. Non siamo molto originali, ma è un fatto che i musei senza buoni
servizi accessori sono destinati a svuotarsi velocemente. Siamo sicuri che la
nostra caffetteria sarà di ottimo design: tra i nostri associati ci sono
architetti di alto livello… Diverso il discorso del bookshop, in quanto
attività a maggior rischio d’impresa: se troveremo un partner disposto a
investire su una libreria di alto livello saremo felicissimi. Non c’è niente di
più triste di un bookshop triste.
Il logo dell'Ex3
Si parte con Julian Rosefeldt e Ian Tweedy. E poi?

Siamo orgogliosi di proporre l’ultimo lavoro di Julian
Rosefeldt, American Night, in collaborazione con il museo di Bonn con cui
coprodurremo il catalogo, e una ricca presentazione di lavori di Ian Tweedy. A
queste prime mostre seguiranno la parte finale di Networking e, in ordine
sparso dato che le date esatte le annunceremo alla festa del 2 ottobre, Eva
Marisaldi, Francesco Carone, l’islandese Ragnar Kjartensson, gli svizzeri Tonk,
il grande architetto inglese Will Alsop, il sudafricano Robin Rhode, il
collettivo Alterazioni Video, Marzia Migliora e anche progetti didattici,
workshop, EX3 Wall (dedicato alla pittura) ed EX3 Video. Con un occhio sempre
attento al budget…

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L’ufficializzazione
della nascita di Ex3

a cura di massimiliano tonelli


2 ottobre 2009 ore 22-01
Empty Rooms Party
Ex3 – Centro per l’Arte Contemporanea
Viale Giannotti 81 – 50126 Firenze
Info: tel. +39 0550114971; info@ex3.it;
www.ex3.it

[exibart]


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