11 novembre 2009

FOLIGNO BLACK CUBE

 
Probabilmente è la novità museale più importante di questa seconda metà del 2009. L’apertura è attesa questo sabato. Italo Tomassoni ha tratteggiato per Exibart le linee del nuovo Ciac di Foligno. Un centro d’arte in due sedi, di cui una è un cubo nero nel cuore del centro storico...

di

Un vero e proprio centro d’arte contemporanea a Foligno. Come (e quando) è nata l’idea?
Le fondazioni di origine bancaria, fra i propri settori d’intervento, hanno anche l’arte e la cultura. Decidendo di dotare la città di un museo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Folignoha avuto l’audacia di pensare a qualcosa che va oltre il contingente. Il progetto partì sette anni fa su mia sollecitazione.

 



Qual è la governance che avete scelto per la struttura?
Un direttore artistico e un comitato scientifico garantiranno le scelte e la qualità dei programmi. Una società strumentale si incaricherà della gestione. Il centro – che si chiama Centro Italiano d’Arte Contemporanea – ha due sedi distinte e distanti, entrambe di proprietà del comune di Foligno, cedute per sessant’anni alla fondazione perché vi svolga attività museali d’arte contemporanea.



 



Insomma, il museo ha due sedi…
Entrambe le sedi si trovano nel centro storico della città. Il contenitore dell’opera di Gino De Dominicis Calamita Cosmica è una chiesa settecentesca del Murena non finita. Un autentico scrigno destinato esclusivamente a quel capolavoro.




Filippo Piantanida - Italo TomassoniMa parliamo dell’altra sede. Come il Maxxi, il Macro o il Museion, anche Foligno avrà un suo centro d’arte contemporanea di nuova architettura. Come avete fatto a ottenere la possibilità di costruire in centro città?
L’altra sede, quelle delle esposizioni, è stata realizzata ex novo in un’area di proprietà comunale dove esisteva una latteria distrutta.



 



Come si presenta il nuovo edificio? Che caratteristiche e volumetrie ha?
L’edificio nuovo è un blocco compatto di cemento rivestito in corten. Nessuna finestra. Due piani espositivi e una terrazza. Quasi duemila metri quadri, nero fuori, bianco dentro.



 



A quanto ha ammontato l’investimento complessivo per la realizzazione. E quanto avete preventivato per la gestione annuale? I fondi saranno tutti garantiti dalla fondazione?
L’investimento è stato importante. Con la fondazione hanno contribuito la Regione Umbria e la Cassa di Risparmio di Foligno.



 



Il museo sarà dotato di una collezione? Con quali caratteristiche?
La fondazione ha appunto acquistato già da alcuni anni Calamita Cosmica di Gino De Dominicis. Un capolavoro che sposta l’attenzione dalla contemporaneità alla preistoria, dall’umano all’inumano. Questo sarà il magistrale avvio della collezione permanente.



 



Per quanto riguarda i servizi aggiuntivi, ci saranno ristorante, bookshop…?
I contenitori non sono solo luoghi di contemplazione dell’arte. Nutrimento spirituale, nutrimento materiale e libri d’arte appagheranno le pulsioni dei visitatori.



 





L’Umbria in pochi anni si sta dotando di una particolare costellazione di centri d’arte contemporanea. Pochi mesi fa ha aperto Caos a Terni, a settembre Il Giardino dei Lauri a Città della Pieve. E poi c’è Spoleto, Città di Castello… Prevedete sinergie e collaborazioni con gli altri?
L’Umbria è attraversata dagli stessi fluidi. Per dar senso alla presenza di questa terra nelle vicende del contemporaneo e rinnovarne la magia, ci vogliono strategie comuni di collaborazione e promozione. Evitare interferenze e concentrare energie ed interessi.
L’esterno del Ciac
E la programmazione?

I volumi, la luce e le geometrie degli interni favoriscono un approccio moderno all’opera. Non solo l’impatto percettivo ottico, ma anche le illuminazioni dell’occhio interiore. Aisthesis e logos. Nessuna passione per le formule. Esposizioni e altri eventi saranno percorsi di conoscenza aperti a ciò che si presta a interpretazioni plurali. Inauguriamo rendendo omaggio a fatti importanti dell’arte prodotti a Foligno negli anni ‘60 e ‘80, quando la provincia cominciava il suo processo di disinibizione culturale e fondava la sua presenza nel dibattito dell’attualità. Non è propriamente una rievocazione rivolta al passato, ma un’integrazione e uno svolgimento di quei fatti spinti fino a ciò che si tenta di produrre oggi.



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Il Giardino dei Lauri a Città della Pieve



a cura di m.t.

*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 58. Te l’eri perso? Abbonati!



dal 14 novembre 2009 al 31 gennaio 2010
Spazio. Tempo. Immagine
CIAC – Centro Italiano Arte Contemporanea
Via del Campanile, 13 – 06034 Foligno (PG)
Orario: martedì, giovedì, sabato e domenica ore 9 -13 e 15-18
Ingresso: € 5
Catalogo Skira
Info: tel. +39 0742357035; info@ciacmuseum.com; www.ciacmuseum.com



[exibart]

2 Commenti

  1. Sto cercando il nome dell’architetto che ha progettato questa stupenda struttura…qualcuno sa svelare questo dilemma?mi sembra stranissimo che non è nominato da nessuna parte..grazie

  2. purtroppo oggi l’arte,dopo l’ascesa di jackson pollock,è a mano di illusionisti o pseudotali che spacciano nefandezze come opere d’arte.jackson pollock è stato un innovatore,dopo di lui sicuramente francis bacon.ma oggi dopo aver visto in gallerie artisti della nuova scuola di san lorenzo,che sconoscono il disegno e conoscono solo le linee rette,non so dove andremo a finire.mi auguro ad un ritorno alla pittura,ma quella vera e non quella di questi pseudo-illusionisti.grazie di cuore per avermi dato lo spazio di lasciare un commento.

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