04 novembre 2020

GANksy è la nuova intelligenza artificiale che fa street art d’autore

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Non è lui ma gli assomiglia: GANksy è il nuovo software di intelligenza artificiale che crea opere di street art, a partire dal ben più famoso Banksy

GANksy è il nome di un nuovo progetto del tutto particolare e originale: un software di intelligenza artificiale che è stato messo a punto per copiare e imitare le opere di street art, un bot informatico, insomma, che dovrebbe sostituire l’uomo nella creazione artistica, imparando a disegnare come “un certo street artist”. GANksy è infatti stato creato partendo dalla produzione artistica di Banksy e nonostante l’anonimo street artist non sia stato mai menzionato esplicitamente come punto di riferimento, con ogni probabilità per una questione di diritti – una questione sulla quale Banksy è particolarmente sensibile in questi ultimi tempi – è abbastanza evidente dallo stile dei disegni, oltre che dall’assonanza del nome, che sia proprio lui l’artista in questione.

L’intelligenza artificiale di GANksy si trova su un sito web, Volewtf (ci sono anche altre cose divertenti) e i creatori raccontano che è nato nel settembre del 2020 e che può essere definito come «un genio visivo contorto il cui lavoro riflette i nostri tempi incerti e bui». Sviluppato da Matt Round e dai suoi collaboratori, GANksy si è formato utilizzando centinaia di immagini di street art dal portfolio di Banksy in una serie di diverse combinazioni, modificandole con un «un tocco inedito e uno stile oscuro e da incubo». Infatti, mentre le creazioni di Banksy sono realizzate combinando scritte e figure facilmente riconoscibili, come bambini o poliziotti, qui le scritte sono ridotte a segni e risultano illeggibili, per quanto suggestive.

GANksy, dunque, realizza opere che nonostante somiglino alla produzione artistica del noto street artist, sono contraddistinte da figure contorte e sfumate, si concentrano sulla sagoma delle figure in generale piuttosto che sulla loro definizione. Disegni surreali che suggeriscono l’idea di qualcosa di già visto o di riconoscibile. Questo software di intelligenza artificiale è in grado di riconoscere le strutture e le texture delle opere, rilevando modelli e soggetti comuni per poi cercare di imitarle e ricrearne l’effetto. Infatti per realizzare queste immagini è stato utilizzato un GAN – generative adversarial network, un tipo di framework di apprendimento automatico computerizzato, una rete neurale capace di avvicinarsi al processo di pensiero umano. I responsabili affermano che il loro sogno è di riuscire a inserire GANksy in un corpo robotico per «dipingere a spray l’intero pianeta».

Banksy, Show me the Monet

Le sue prime 256 opere sono già in vendita sul sito come file digitali a partire da una sterlina: il prezzo non è fisso ma aumenta di una sterlina ogni volta che ne viene acquistata una. Mentre nel mercato dell’arte è stata battuta all’asta l’opera di Banksy, Show me the Monet, parodia e reinterpretazione di Monet, raggiungendo la seconda cifra più alta mai pagata per una sua opera, GANksy ci racconta di un progetto che rende l’arte accessibile a tutti e di come l’innovazione tecnologica possa portare a risultati mai ottenuti fino a ora, di grande valore sociale e artistico e, perché no, probabilmente, anche economico.

Qualche tempo fa, un’opera realizzata da una rete generativa avversaria dal funzionamento molto simile, Portrait of Edmond de Belamy, è stata battuta da Christie’s New York per 350mila dollari. In quel caso, il database da cui attingere consisteva in migliaia di dipinti dal XIV al XIX secolo e, in effetti, l’aspetto dell’opera generata appariva credibile.

Obvious (collective), Portrait of Edmond de Belamy

Nel caso di GANksy, le opere non saranno di grande valore estetico ma l’operazione risulta molto interessante dal punto di vista mediatico e con risvolti significativi anche per la parte commerciale, oltre che per le possibilità dell’utilizzo delle tecnologie nell’arte di un futuro ormai prossimo.

2 Commenti

  1. Già nel 2013 avvertivamo gli artisti di non confondersi con la tecnica perché sarebbero stati sostituiti dai robot:
    http://jizaino.cf/ita/arg/ra_robotartista.html

    Ma se ora l’I.A. (che non esisterà mai, ma sarà solo un iperrealistico e sofisticato simulacro dell’intelligenza umana) sostituirà anche la capacità creativa, a cosa servirà l’essere umano? A passare le serate facendosi intrattenere da un computer? Purtroppo già oggi accade in effetti, l’individuo è ridotto a un meccanismo sterile e incapace senza l’uso di un telefono cellulare, di un navigatore, di un governo che gli dice cosa fare e come farlo.

    Attenti anche voi, giornalisti, che i software che creano notizie ci sono già e sostituiranno anche voi.

    J

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