27 aprile 2018

Il fronte cent’anni dopo

 
Tra memoria e presente attraverso le immagini: a un secolo dalla fine della Grande Guerra Fujifilm porta 4 fotografi e un filmaker sul Sentiero della Pace, in Trentino.

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Quattro fotografi – Giulia Bianchi, Luciano Gaudenzio, Daniele Lira, Pierluigi Orler – e un videomaker – Gianluca Colla – per la mostra “Cent’anni dopo: Ricordi di guerra, Sguardi di Pace” che inaugura oggi a Trento a Palazzo delle Albere per raccontare un territorio tra storia e presente nel centenario della fine della Prima Guerra mondiale e riflettere sul valore della Pace, obiettivi che gli sono valsi l’inclusione nella programmazione della 66ma edizione Trento Film Festival, in corso in questi giorni. La mostra si colloca come momento di un progetto ben più ampio, nato da una collaborazione tra Fujifilm Italia e Trentino Marketing, con il supporto di Montura, e la supervisione scientifica del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto. Attraverso lo sguardo di cinque professionisti il progetto vuole cogliere quante più sfumature possibili di luoghi ben precisi e dall’altissimo valore storico e simbolico: quelli del Sentiero della Pace, un percorso escursionistico-paesaggistico che dal Passo dello Stelvio alla Marmolada unisce i luoghi dove si svolse la Grande Guerra sul territorio trentino e in parte altoatesino, ripercorrendo il confine conteso tra gli eserciti italiano e austro-ungarico, per un totale di oltre cinquecento chilometri. Ai fotografi e al filmaker, convocati da Fujifilm Italia, ciascuno con un rapporto personale di partenza molto diverso con questo territorio, è stato chiesto di ritrarre queste zone riportando una varietà di punti d’osservazione: dal paesaggio naturale all’architettura bellica conservatasi, dalle attività di chi conserva i reperti e custodisce quanto rimane di forti e trincee fino dalla memoria collettiva di quanto accaduto in questi luoghi per giungere al mutamento odierno di queste aree divenute in gran parte mete turistiche di grande rilievo. Un percorso durato molti mesi in cui gli autori hanno vissuto sul campo, incontrato esperti e gente del luogo, approfondito i dati storici e sviluppato approcci molto soggettivi. 
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© PIERLUIGI ORLER, Cent’anni dopo
Costante è stata, nell’intero progetto, la volontà di mantenere un’aderenza precisa al dato storico, resa possibile grazie alla collaborazione del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, uno dei più importanti e autorevoli a livello europeo. “Il Trentino – ricorda Camillo Zadra, direttore del museo – ha condiviso con le altre regioni europee toccate dal fronte le stesse esperienze e le stesse forme di violenza: nella sorte delle popolazioni sfollate, internate, militarizzate, nelle perdite tra i soldati mandati a combattere su fronti lontani, nel paesaggio trasformato dalla guerra. Quella vicenda è rimasta sepolta nella memoria pubblica per decenni, attraversando il ventennio fascista e una parte della storia repubblicana. Oggi, grazie al lavoro di storici e istituzioni culturali, la testimonianza di quella guerra riemerge nell’immagine complessiva che il Trentino porta dentro la storia del nostro Paese. I 520 chilometri del “Sentiero della pace”, i siti storici ripristinati, fanno del suo paesaggio un parco storico di rilevanza europea.”
Al termine dei lunghi mesi trascorsi in questi luoghi, una selezione dell’enorme quantità di materiale prodotto dagli autori, viene ora presentato al pubblico in una mostra curata da Giovanna Calvenzi, che raccoglie oltre 160 scatti – divisi per autore -, installazioni sonore e video e 20 fotografie storiche prestate dal Museo della Guerra di Rovereto. “Gli autori – ci racconta la curatrice – hanno lavorato su una memoria oggi ancora molto viva in Trentino, con una passione e un’emozione straordinarie, nettamente percepibile nei loro lavori. Nella mostra e nel catalogo abbiamo cercato di trasmettere questa tensione, rafforzata dalla differenza tra i cinque approcci a questi luoghi e a queste vicende.” 
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© GIULIA BIANCHI Cent’anni dopo
L’intero progetto è nato dalla volontà di Fujifilm Italia e Trentino Marketing di unire le peculiarità dei loro ambiti in un progetto altamente significativo. “È la prima volta che Fujifilm Italia – ci racconta Guglielmo Allogisi, EI General Manager Electronic Imaging di Fujifilm Italia – sostiene un progetto di questa portata. La bellezza del territorio ha permesso di provare sul campo la qualità dei nostri prodotti, ma si è trattato soprattutto di un progetto dal profondo valore storico e di memoria collettiva. Lo sviluppo di questo progetto, dall’idea iniziale alla mostra, ha richiesto un anno di impegno; in esso ci abbiamo creduto fortemente – e continuiamo a farlo – perché si è trattato non solo di fotografare dei paesaggi, ma ritrarre un quadro molto più ampio e complesso, fatto di persone, Storia e storie, per raccontare come il territorio trentino è mutato nel tempo attorno alle vestigia fisiche e sociali della guerra. Un ritratto a 360 gradi, che ha osservato il territorio anche in una precisa sequenza di cambiamenti legati alle stagioni, per mostrare le profonde differenze con cui un luogo può essere percepito a seconda del momento storico: le medesime condizioni ambientali e climatiche che oggi fanno di alcune zone delle ottime località sciistiche, sono le stesse che hanno stroncato la vita di migliaia di soldati durante il conflitto; è importante avere percezione e memoria della compresenza di questi aspetti che costruiscono l’identità di un territorio nel tempo”. 
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© LUCIANO GAUDENZIO Cent’anni dopo
Intenti che si sposano alla perfezione con le esigenze di Trentino Marketing: “Da anni il Trentino – ci spiega Daniele Benedetti, Responsabile Area Image & Branding – comunica il proprio territorio e i propri valori attraverso l’uso di immagini capaci di trasmettere al pubblico le sue peculiarità, siano esse paesaggistiche, culturali, sportive o agroalimentari. La produzione di foto e video, spesso realizzati in collaborazione con grandi autori internazionali, è uno degli obiettivi primari in questa direzione. Quando si è presentata l’opportunità di avviare la collaborazione con Fujifilm, marchio estremamente apprezzato dai professionisti del settore e riconosciuto per serietà e qualità delle attrezzature, eravamo alla ricerca di un partner nel mondo della fotografia con cui avviare una serie di iniziative che potessero andare al di là del solo test di attrezzature e trasformarsi in collaborazioni a tutti gli effetti, attraverso cui sviluppare progetti di produzione e comunicazione condivisa. Con Fujifilm tutto ciò è stato possibile, conferendo un altissimo livello qualitativo alle immagini e uno straordinario potenziale comunicativo all’intero progetto.” Per la mostra esiste già un calendario (ancora in via di definizione) che la vedrà in altre città italiane e, probabilmente, all’estero. Intanto, da oggi pomeriggio, a parlare saranno le immagini degli autori nella cornice di Palazzo delle Albere, splendida perla di architettura del Cinquecento che sorge accanto al MUSE – Museo delle Scienza progettato da Renzo Piano, mentre qui proporremo degli approfondimenti dedicati ai singoli autori.
Silvia Conta

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