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Il tempo scolpito: opere di Giuseppe Bergomi in tre borghi toscani
Progetti e iniziative
di redazione
Dal 10 luglio al 3 novembre 2025, tre borghi dell’Alta Maremma toscana, Bolgheri, Castagneto Carducci e Casale Marittimo, si trasformano in un unico spazio espositivo a cielo aperto, per accogliere Arte diffusa sulla costa toscana. Il progetto, ideato e curato da Paola Maria Formenti, mette al centro la scultura di Giuseppe Bergomi e il suo peculiare linguaggio plastico.
La mostra si snoda come un itinerario che connette le memorie storiche e letterarie del territorio – già cantato da Dante e Carducci e oggi rinomato per le eccellenze enologiche – con una riflessione sulla condizione umana e sulla permanenza della forma nel tempo. Le 16 opere selezionate, in larga parte provenienti da collezioni private, arricchite da tre nuove sculture site specific, si insediano tra sagrati, piazze e oratori, dialogando con l’architettura, il paesaggio e le esperienze stratificate dei luoghi.

«Il corpo umano è un libro infinito che tu reinterpreti ogni volta da capo», ha affermato Bergomi. Ed è proprio il corpo, che sia nudo, esposto o silenzioso, il filo conduttore di questa esposizione. Nel corpo espresso dallo scultore bresciano si ibridano, pur se in una costante tensione, l’eredità della statuaria classica e l’angoscia contemporanea.
«Dopo aver visto tanta arte informale, a volte urlata, sono giunta a Giuseppe Bergomi le cui opere figurative mi hanno portato a un rigoroso silenzio», racconta Formenti. «Mi incanta la precisione esecutiva, l’attenzione scrupolosa dei dettagli tecnici e la sua esecuzione magistrale. Davanti alle sue opere mi ritrovo in una continua ricerca tra formale e sostanziale, dove presente, passato e futuro si incontrano. Con il passato, mi imbatto sia nella classicità delle forme che considera sempre l’uomo al centro della visione dell’arte e primaria fonte di ispirazione. Nel presente, vedo nelle sue opere giochi di continui rimandi ed attese, a volte velati da un leggero mistero, dove però la vitalità predomina. La proiezione nel futuro prende forma in una propensione verso un pensiero di qualcosa che dovrà accadere. Per questo Giuseppe Bergomi ci spinge verso una dimensione atemporale, dove passato, presente e futuro si interconnettono. Il progetto di una mostra diffusa in due comuni e tre borghi ha il desiderio di aprire le porte a un turismo culturale che si aggiunga al già presente e consolidato turismo enogastronomico e vitivinicolo».

A Castagneto Carducci, le opere si stagliano lungo le vie del borgo e nei suoi spazi simbolici: nel Piazzale Belvedere emergono Ellisse, nuova creazione in bronzo, e Cronografia di un corpo, una fusione di bronzo, acciaio e policromia che indaga il tempo inscritto nella materia. A Palazzo Espinassi Moratti, Africa con violoncello domina la scena in un suggestivo ambiente ipogeo, accompagnata da una serie di sculture più intime, che rivelano l’elaborazione del corpo come paesaggio emotivo.
Bolgheri ospita Stele con annunciazione, un’imponente composizione in acciaio corten e bronzo, dove un altorilievo sacro si fonde con una visione quasi archetipica del Golgota. L’opera si erge sul sagrato della chiesa, evocando una sacralità arcaica e al contempo attuale.

A Casale Marittimo il percorso si snoda dalla Canonica, dove si incontrano Ilaria e Valentina e Cubo con figure, fino all’Oratorio di San Sebastiano, con Colazione a letto, un omaggio plastico alla famiglia dell’artista, che rievoca il Sarcofago degli Sposi etrusco e trasfigura un gesto quotidiano in rito familiare, ancestrale. Il percorso si chiude poeticamente al Coppaio, in una piazza affacciata sul mare, con la Piccola coppia su parallelepipedo.

«Le figure di Bergomi, gettate nel mondo, sembrano interrogarsi, senza alcuna possibilità di avere risposte certe, sul mistero della vita umana e sul senso della presenza individuale», si legge nel saggio Corpi d’anima e silenzio di Gabriele Simongini, tratto dal catalogo pubblicato da Skira in occasione della mostra Giuseppe Bergomi. Sculture 1982 | 2024, presentata a Brescia, al Castello Grande Miglio e al Museo di Santa Giulia. «Anzi, più che meditare su questi misteri, sembrano sentirli e abitarli. In questi corpi in attesa ci sono tutte le potenzialità fisiche ed emozionali, ma nessuna è esplicitata e individuata, tutto è ancora possibile. Per questo lo scultore bresciano è anche lo scultore del “non detto”».