05 luglio 2022

Luce nelle forme di un’arte come promessa di pace

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Alla Biennale della Light Art a Mantova, con l’uso della luce artificiale gli artisti dominano la natura, modificano lo spazio e coniugano l’aspetto tecnico-scientifico ed estetico-umanistico in opere che rispecchiano tematiche soggettive e collettive

Nicola Evangelisti, Grande occhio e Pax, Mantova Biennale di Light Art, ph. Barbara Silvestri

A Mantova la Biennale di Light Art 2022 torna a illuminare la Casa di Andrea Mantegna, pittore di corte di Ludovico Gonzaga, con il titolo “La ricerca contemporanea sulla Luce, tra Arte e Design” a cura di Vittorio Erlindo, fervente promotore culturale di eventi volti a far conoscere la straordinaria bellezza del territorio, con la collaborazione del Comune di Mantova, Provincia di Mantova e Regione Lombarda (fino al 28 agosto). Gli artisti invitati Alfieri, Bernardini, Brianza, Cavinato, Coltro, De Mirti, De Leo, Dall’Osso, Garofalo, Evangelisti, Fardy, Festa, Grossi, Hachen, Marelli, Negri, Marra, Marsiglia, Mutt, Pietro e Marinella Pirelli, Seck De Luca, Schilirò, Vita, Emanuel Dimas de Melo Pimenta, attraverso la luce, hanno creato diverse soluzioni formali e simboliche, sculture e installazioni incentrate sull’idea sociale dell’arte, all’insegna di una possibile finalità democratica della bellezza, come teorizzava la Bauhaus (1919-1933). E cosa c’è di più bello oggi della Pace ?

Vincenzo Marsiglia, Prospect, Mantova Biennale di Light Art, ph. Barbara Silvestri

La luce è sinonimo di vita; è democratica di per sé e sintesi perfetta tra arte e design da sempre. La progettazione culturale intorno alla luce è un dispositivo di ricerca e innovazione a partire dalla lampadina a incandescenza di Thomas Edison del 1879 fino al LED e altri materiali luminosi.
La Light Art contiene l’approccio scientifico-tecnico e quello culturale-simbolico, rende visibili luoghi o cose immaginate con opere che invitano l’osservatore a nuove riflessioni, narrazioni e alterazioni percettive del Tempo e dello Spazio: è l’espressione ingegneristica e poetica di architetture effimere al confine tra visibile e invisibile, nonché materia degli inganni e delle illusioni.
Con l’uso della luce artificiale gli artisti dominano la natura, modificano lo spazio e coniugano l’aspetto tecnico-scientifico ed estetico-umanistico in opere che rispecchiano tematiche soggettive e collettive. L’intreccio tra luce, arte , design e configurazione di possibili armonie è il tema di questa Biennale Light Art 2022, già entrata nella storia poiché fagocitata dall’ennesima drammatica guerra. La Biennale nasce sotto il segno della responsabilità in primis del curatore, come dichiara nel suo intenso testo pubblicato in catalogo e degli artisti di rendere visibile con un segno luminoso il dissenso contro tutte le guerre: è una scelta etica necessaria dato lo scenario in cui ci troviamo a vivere.

Nino Alfieri, Danza Cosmica, Mantova Biennale di Light Art, ph. Barbara Silvestri

Il percorso espositivo si apre nel cortile interno della Casa del Mantegna con l’installazione gaia, hippy–kitsch, intitolata Il cortile delle luci e dei cieli impossibili di Maes Fardy, composta da girasoli sospesi in una rete che si riflettono in uno specchio posato sul pavimento a forma circolare. Varcata l’entrata della straordinaria architettura, al piano terra, il visitatore intraprende una esperienza multimediale attraversando installazioni ambientali e alla ricerca di opere che ci illuminano sulla necessità di riconquistare la luce della ragione della pace nel buio delle barbarie della guerra .
Catartica e poetica Aerial Forms /Danza Cosmica 01 di Nino Alfieri, composta da una struttura cinetica e forme amniotiche modellate tridimensionalmente fluttuanti nel buio, che evocano il “Big Bang” della vita avvenuto nei mari del nostro pianeta 540 milioni di anni: è un inno alla creazione di un Nuovo Mondo. In questa sala si trova un cerchio dinamico sinuoso sospeso nello spazio volto a configurare fluidità acquatiche, biomorfisimi luminescenti, linee essenziali illuminate di luce ultravioletta, direzionalità danzanti sulla musiche ipnotiche di Corrado Saija.

Paolo Cavinato, Cosmo, Mantova Biennale di Light Art, ph. Barbara Silvestri

Il Cosmo di Paolo Cavinato è uno spazio frattale tendente all’infinito con un disegno tridimensionale costruito su precisi calcoli matematici che sarebbe piaciuto a Leon Battista Alberti, di casa a Mantova, dove ha realizzato le chiese di San Sebastiano (circa 1460) , antistante alla Casa del Mantegna e di Sant’Andrea (circa 1470), consigliere di architetto di Ludovico Gonzaga. È un inganno percettivo la sua Beyond/ Oltre, una scatola da trasporto in legno ad altezza formato uomo a forma di parallelepipedo che presenta su uno dei due lati corti una sorta di soglia specchiante, dove il fruitore vede la propria immagine riflessa sulla superficie e un corridoio vuoto aperto su profondità inedite.
Marco Brianza, in collaborazione con BILUMEN, azienda milanese che progetta e sviluppa apparecchi illuminanti e soluzioni luminose su misura, con l’installazione immersa nel blu Above us, only sky, titolo tratto da brano Imagine di John Lenon, realizzata per questa Biennale. Si tratta di una grande sospensione circolare, un’aureola generata da un algoritmo che “dipinge” un cielo con nuvole che transitano e idealmente dialoga con la Camera degli Sposi (1465-1474) di Andrea Mantegna a Palazzo Ducale e l’architettura circolare del cortile della sua Casa. Nicola Evangelisti con New Quantum, installazione fosforescente illuminata con luce wood, ci riconduce lo sguardo a terra alla brutalità della guerra con un opera ambientale d’impatto scenografico, composta da un grande occhio scrutante un tappeto di bossoli e la parola PAX, in cui politica e ideologia convergono in un messaggio contro la guerra.

Nicola Evangelisti, tempio di luce, Mantova Biennale di Light Art, ph. Barbara Silvestri

Al primo piano della Casa, tra le altre opere, incuriosisce la sala con diversi lavori di Pietro Pirelli, è una mostra nella mostra in cui spicca METEORE. Il fiore che si fa (1969), opera di luce e movimento di Marinella Pirelli, innovativa sperimentatrice di “FilmAmbiente”. Affascina Traccia del Tempo di Gianpietro Grossi, opera sofisticata che giocosamente invita lo spettatore a disegnare grafismi incantevoli con il laser, muovendo un filo sopra una “tela-schermo” posata a terra.
Maria Elisabetta Marelli e Alberto Negri, hanno intrecciato Biolight#01, un elegante arazzo di fili naturali e luminosi in cui appare una conchiglia incorniciata in una ideale sezione aurea tra proporzioni matematiche e la natura, proiezioni che anelano alla costruzione di un mondo armonico. Poetica e vibrante l’installazione ambientale di Donatella Schilirò composta da divere opere, qualcuna rappresenta una memoria embrionale e altre una configurazione cosmica di vita, dove si entra vorticosamente in anelli concentrici , vettori e composizioni luminescenti armonici rassicuranti.

Giampietro Grossi, Traccia del tempo, Mantova Biennale di Light Art, ph. Barbara Silvestri

La novità della Biennale di Light Art 2022, è stata l’inclusione di una performance suggestionante con materiali luminosi di Marilena Vita, intitolata Circe Amore e Guerra, in cui l’artista nel ruolo della creatura mitologica in bilico tra il bene e il male, amore e guerra, diventa sciamana di un mondo purificato dalla mattanza delle guerre. L’altra novità è stato l’happening collettivo Una preghiera per l’Ucraina, una azione condivisa e partecipata inscenata davanti al Tempio di Luce di Nicola Evangelisti nel cortile della Casa del Mantegna. L’azione di accensione di una candela di giovani donne, molte di queste ucraine scappate dall’inferno bellico, la cui fiamma accendeva le altre, ha ritualizzato una staffetta simbolica che nella luce ha accesso una fiammella di speranza di pace condivisa dai partecipanti e osservatori.
Attraversando le sale dal cortile, al giardino, opera dopo opera, gli artisti ognuno in maniera diversa, tracciano un design di pace nel segno della luce, visualizzando una metaforica Via della speranza capace di oltrepassare le mattanze in corso: un’opera collettiva sottesa, edificata sull’impresa simbolica di un segno illuminante di auspicabile armonia universale foriero di molteplici prospettive per un futuro migliore.

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