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M(A)Y FIBER, quando l’arte tessile incontra i linguaggi contemporanei
Progetti e iniziative
Culla storica dell’industria tessile lombarda, Busto Arsizio rinnova il legame profondo con la propria identità produttiva attraverso la seconda edizione di M(A)Y FIBER – Percorsi di arte e tessile tra tradizione e sostenibilità, che valorizza l’antica tradizione tessile della città attraverso il meta-linguaggio dell’arte. Tra il 10 maggio e giugno 2025, la città, cuore pulsante del distretto cotoniero e protagonista dello sviluppo industriale del Varesotto e dell’Alto Milanese, si trasforma in un laboratorio diffuso di laboratori e mostre, richiamando a una dimensione che affonda le proprie radici intorno al concetto di tessile.
Promosso dall’Amministrazione comunale con l’Assessorato alla Cultura e Identità e guidato da Manuela Maffioli, M(A)Y FIBER invita il pubblico a riscoprire il valore del tessuto come elemento artistico, sociale ed ecologico, intrecciando passato e futuro in un programma che spazia dall’artigianato della fiber art sacra, la sperimentazione artistica contemporanea e le innovazioni tecniche più sostenibili. La rassegna si articolerà in dieci mostre, eventi diffusi e l’esposizione dei lavori degli studenti in Segno Arte, che rientrano nell’ambito del percorso con Fondazione Pistoletto Città dell’Arte.

«Una vera e propria rete, di intenti, condivisione e co-progettazione che, attraverso la prestigiosa collaborazione con Arte&Arte e la Fondazione Pistoletto Città dell’arte, concorre a costruire quella nuova e ambiziosa identità di Busto, che passa attraverso la cifra distintiva della cultura», afferma Maffioli. «L’intera manifestazione 2025 – raccontano Angela Ceruti, conservatrice di Palazzo Cicogna ed Erika Montedoro, conservatrice del Museo Tessile – offrirà un viaggio attraverso le molteplici connessioni tra il tessile e il mondo dell’arte, della moda, della tecnologia e della sostenibilità ambientale, che contribuiscono a valorizzare il dialogo tra passato e futuro».

La prima edizione della rassegna Miniartextil del 2024 si articolava intorno a una mostra tecnica sul colore blu in ambito tessile e tintorio e all’esposizione di due opere di Michelangelo Pistoletto, la Venere degli stracci e Terzo Paradiso, con eventi collaterali nelle aziende tessili del territorio e il Museo del Tessile, anche quest’anno al centro del progetto. Il museo, istituito nel 1997, ha sede nell’edificio che ospitava il reparto filatura di una delle principali manifatture locali, il Cotonificio Carlo Ottolini, esempio di archeologia industriale. All’interno è possibile conoscere tutte le fasi di lavorazione della fibra tessile, dalla filatura al confezionamento del prodotto finito, con sezioni dedicate alla tecnica Jacquard, ai processi di stampa e tintura e alle fibre nuove. Il museo è il capofila della rete di musei tessili industriali del Varesotto e lavora in dialogo con il Museo della Seta di Como, il Museo del Tessuto di Prato e il Museo di Biella, «Il quadrilatero tessile che muove una comunità culturale e imprenditoriale di cui Busto Arsizio diviene il centro promotore», raccontano gli organizzatori.
Il progetto itinerante Miniartextil è stato fondato nel 1991 da Nazzarena Bortolaso e Mimmo Totaro a Como, riunitasi poi sotto il nome dell’Associazione culturale ARTE&ARTE che oggi promuove la rassegna. Miniartextil ha toccato città in tutta Europa, come Venezia e Parigi, approdando a Busto Arsizio per una prima edizione nel 2018.

Le mostre al Museo Del Tessile, le esposizioni e gli eventi in città
L’agenda di M(a)y Fiber prevede dieci mostre, di cui le principali al Museo del Tessile di Busto Arsizio e a Palazzo Maria di Cicogna, insieme a esposizioni ed eventi diffusi in città.
Cuore di M(a)y Fiber sarà la rassegna MINIARTEXTIL 2025 dal titolo L’arte come preghiera, a cura dell’Associazione culturale ARTE&ARTE di Como, che esporrà una selezione di installazioni e di opere di piccole dimensioni, i minitessili, nelle sale gemelle del Museo del Tessile e della Tradizione Industriale, in una struttura espositiva metallica pensata per l’occasione. Tutte le opere degli artisti, provenienti da 27 nazioni e selezionati tramite open call dalla giuria composta da Giulia Crivelli, Sergio Gaddi e Kimiyasu Kato, incarnano prospettive uniche e profonde radici culturali.

Esposta l’opera dell’artista giapponese Mihoko Sumi, vincitrice del premio Premio Arte&Arte Nazzarena Bortolaso, un riconoscimento che celebra la memoria della co-fondatrice di Miniartextil. Il tema della mostra propone un ritorno all’interiorità spirituale delle pratiche artistiche, un invito a rallentare, contemplare e riscoprire il sacro nel gesto creativo. L’ispirazione viene dalle parole di Papa Francesco – «Nelle opere mettete sempre voi stessi, come esseri irripetibili quali tutti siamo, ma con l’intenzione di creare ancora di più. Quando il talento vi assiste, portate alla luce l’inedito, arricchite il mondo di una realtà nuova» – e da quelle di Paolo VI, nel 1964; «Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione. E questo grazie alle vostre mani di artisti…».
Al secondo piano del museo, la mostra Intrecci di nero e bianco, una mostra tematica di campionari, riviste d’epoca e tessuti, a cui si accostano opere tessili e campionari del cotonificio bustese degli anni Sessanta, a cura di Erika Montedoro con la consulenza dello storico e chimico tessile Luigi Giavini. Una piccola sezione sarà dedicata alle collezioni private, dai multipli d’arte a piccoli arazzi e ad alcuni foulard di artisti come Mirella Bentivoglio e Marcello Brandini.
Sempre al museo, l’esposizione Iconografia di un Fazzoletto, una biennale curata dalla delegazione bustese del punto croce nella sala del ricamo.
A Palazzo Cicogna sarà allestita la mostra Frontiere Immaginarie, doppia personale degli artisti Cristiana de Marchi e Dado Schapira, a cura di Martina Buttiglieri. L’esposizione, che rientra nell’ambito della rassegna Uno spazio per l’arte, esplora il concetto di confine attraverso l’uso di fili, tessuti e mappe, in opere installative che utilizzano il filato come linguaggio che connette nazioni, culture e confini in una grande cartina geografica universale.

Numerosi eventi diffusi arricchiranno la rassegna, come le esposizioni di arte tessile sacra al Battistero di San Filippo, le opere dell’archivio di Minartextil al Tower Hotel, la mostra Mahnaz Ekhtiary – Sotto la pelle della città presso lo studio legale A&A, la mostra site specific al ristorante Tavolo Unico di via Bellini 17 e l’esposizione dei lavori degli studenti “in Segno Arte”, presso la sala del ricamo del museo del tessile ospita dal 28 maggio al 6 giugno.
Tra le proposte didattiche, al Centrocot Multilab il 27 maggio avrà luogo un open day dal titolo La moda è questione di scienza e il gioco Indovina la Fibra, mentre nello studio Designpuntozero di via Nannetti 10A il 22 maggio avrà luogo l’evento Tessuti e Upcycling nella moda, con la partecipazione dell’esperta di moda e costume Silvia Berri.

M(A)Y FIBER è una rassegna resa preziosa, come tengono a sottolineare il team, anche grazie alla collaborazione delle aziende tessili del territorio, coinvolte attivamente nel percorso, e agli studi tecnici e le imprese che hanno creduto nel progetto, facendo di Busto città non solo imprenditoriale, sportiva e commerciale ma anche centro di cultura e dialogo artistico.
Per tutte le informazioni sulla rassegna, si può cliccare qui.