08 dicembre 2020

Milano Mediterranea è il nuovo centro d’arte partecipata al Giambellino

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Milano Mediterranea è il nuovo centro d'arte partecipata che dialoga con il quartiere Giambellino, attraverso le voci di artiste e artisti del bacino Mediterraneo e residenti nella città meneghina

Nasce Milano Mediterranea, il primo centro d’arte partecipata che parla le lingue del Mediterraneo. Situato nel cuore del Giambellino, Milano Mediterranea si configura come fil rouge tra cittadini e cittadine del quartiere nella produzione e nella programmazione performativa e teatrale, attraverso un processo partecipativo, guidato dalla regista teatrale e ricercatrice Anna Serlenga, dall’attore professionista, musicista e performer Rabii Brahim e dall’antropologa Marta Meroni.

Come raccontato da Anna Serlenga, «Milano Mediterranea nasce da lontano, dall’altra parte del mare. Io e Rabii Brahim dal 2013 abbiamo lavorato in Tunisia, a cavallo tra la produzione teatrale performativa e i progetti d’arte partecipata nello spazio pubblico. Quando siamo tornati in Italia, è nato il desiderio di ri-ancorare le nostre esperienze professionali anche a Milano, mia città d’origine. C’è stata l’occasione, suggerita da Marta, di partecipare al bando per La Scuola dei Quartieri, che ci ha portato a formulare il progetto in modo più strutturato. Vinta La Scuola dei Quartieri, abbiamo deciso di creare una squadra che potesse, insieme a noi, portare avanti questo lavoro». 

 

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Oggi, il quartiere Giambellino è animato da un movimento di rigenerazione, un po’ dall’alto e un po’ dal basso: la metropolitana, la nuova biblioteca-centro culturale, la riqualificazione delle case popolari. Un quartiere che sta vivendo un processo complesso di gentrificazione e di tensione e che necessita, oggi più che mai, di una nuova narrazione. «Al Giambellino – spiega Marta Meroni – mancava uno sguardo che avesse a che fare con l’arte. Credo che portare un progetto come Milano Mediterranea in questo quartiere possa arricchire molto il lavoro che da anni viene fatto da una rete di persone e dare una nuova narrazione del Giambellino, che da anni è intrappolato nell’immaginario solo come un quartiere di periferia deserto». 

In questo senso, il lavoro territoriale di Milano Mediterranea può creare una nuova immagine del quartiere. 

 

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La Call di Milano Mediterranea

Milano Mediterranea ha aperto una call, dal taglio decoloniale, dedicata ad artisti e artiste del bacino Mediterraneo residenti a Milano. La call, chiusa a luglio, ha raccolto ben quarantuno candidature. In palio una residenza artistica e la partecipazione al festival Milano Mediterranea programmato per l’estate 2021. Le residenze artistiche hanno una lunga durata, da gennaio a giugno 2021, di due mesi ciascuna e sono di base nel quartiere. Gli artisti selezionati saranno invitati a realizzare una performance / installazione partendo da un’immagine del quartiere. Inoltre, gli artisti saranno protagonisti di tre masterclass di quarantotto ore per professionisti e professioniste della città. 

La call, come spiega Serlenga, «Ci ha dato la possibilità di scoprire nuovi artisti, costruire una mappatura di quello che a Milano è un sommerso, un panorama inedito. Uno degli obiettivi del progetto era quello di capire chi ci fosse in città che proviene dal bacino Mediterraneo». 

 

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Il programma di Mediterranea è arricchito dalla presenza di due laboratori di sei mesi ciascuno che, condizioni sanitarie premettendo, avranno luogo tra gennaio e giugno 2021: Trap Community Opera e Illuminotecnica e fonica. Il primo è un laboratorio di tecniche performative che coinvolgerà gruppi di ragazze e ragazzi nella creazione di un’opera teatrale contemporanea, scritta, suonata e messa in scena nel quartiere, in collaborazione con Brahim e il rapper brasiliano Diamante. Il secondo, invece, è un laboratorio introduttivo alla tecnica dello spettacolo, che offre una preparazione base alla gestione di sistemi luci e audio.

I laboratori lavoreranno in modo complementare perché «Se da un lato vogliamo dare visibilità ad artiste e artisti che lavorano già in città, dall’altro il nostro lavoro “più sul campo” ha l’obiettivo di lavorare sul bilinguismo, con l’italiano e con l’arabo, attraverso la Trap Community Opera», ha aggiunto Serlenga: «Il laboratorio è pensato come uno strumento di lavoro territoriale permanente». 

I progetti vincitori 

A condurre il progetto e a selezionare gli artisti, insieme a Serlenga, Brahim e Meroni, è stato il comitato di quartiere, composto da un gruppo eterogeneo di abitanti, lavoratori e affezionati del Giambellino-Lorenteggio, molti dei quali facenti parte del CD GIAMBELLINO, CDE CRETA, CDE IRDA, Dynamoscopio, Colorificio, Officina della Produzione, Teatro La Creta. Il comitato, necessario per comprendere i bisogni del quartiere, è divenuto il committente di percorsi artistici capaci di elaborare un dialogo attivo con il territorio.

Come raccontato da Meroni, «Abbiamo incontrato il comitato diverse volte, strutturando, attraverso criteri condivisi, un processo di lettura e analisi dei progetti. Siamo riusciti insieme a loro a scegliere i tre progetti vincitori». 

 

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I progetti vincitori della call di Milano Mediterranea sono: Mombao, un duo italo-iraniano musicale e performativo composto da Damon Arabsolgar al sintetizzatore e Anselmo Luisi a piede libero sul palco; Giorgia Onhesian Nardin, artist*, coreograf* ricercator* indipendente e agitator queer di discendenza armena, la cui ricerca si focalizza sul «Piacere come forma di resistenza all’oppressione con un approccio transfemminista queer con lo studio di pratiche somatiche»; Alessandro Cripsta, illustratore, e Daniele Bonaiuti, grafico, con Emigrania, libro nel quale viene illustrata l’esperienza di accoglienza con Refugees Welcome. Dei quaranta progetti, i venti selezionati saranno pubblicati sui canali social di Milano Mediterranea. 

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