11 luglio 2022

Non ci prendono più: il Museo della Figurina di Modena ricorda la finale di Spagna ‘82

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Al Museo della Figurina di Modena, una mostra ricorda la storia dei Mondiali di Spagna 1982 attraverso le sue immagini più iconiche: oggi la proiezione della finale Italia - Germania 3 a 1

Non Ci Prendono Più, Museo della Figurina di Modena, FMAV - Fondazione Modena Arti Visive. Ph. Rolando Paolo Guerzoni phRolandoPaoloGuerzoni

L’urlo di Tardelli, la sua corsa prima titubante poi scomposta, in ogni caso eroica. Il sorriso di Zoff, la coppa splendente che passa dalle mani del re di Spagna Juan Carlos I a quelle salde, familiari, del grande portiere. Sandro Pertini, Presidente della Repubblica, eroe della Resistenza, sei condanne e due evasioni, in piedi tra i 90mila spettatori del Santiago Bernabeu di Madrid, le sue braccia levate al cielo e poi, nell’aereo del ritorno, poggiate sul tavolino, giocando a carte con il Commissario Tecnico Bearzot. Molti dei personaggi di quel mondiale, oggi, 11 luglio 2022, non ci sono più eppure sono freschissimi i ricordi e, come per un incanto, sono vividi anche per chi non li ha mai vissuti in prima persona. In occasione dei 40 anni dal Mondiale 1982 in Spagna, saranno tante le manifestazioni in tutta Italia e non poteva mancare la data il Museo della Figurina di Modena, a Palazzo Santa Margherita, che alle 20:30 proietterà la finale, vinta 3 a 1 contro la Germania Ovest, con la telecronaca dal vivo di Alessandro Iori, telecronista per DAZN e TRC TV Modena. Per ripercorrere non solo quello che è avvenuto in campo ma anche per rivivere i momenti di un’epoca segnante per la storia italiana.

La proiezione rientra nell’ambito della mostra “Non ci prendono più. 40 anni dal Mundial ’82”, promossa dalla FMAV – Fondazione Modena Arti Visive e in corso al Museo della Figurina fino al 18 settembre 2022, con un nuovo allestimento della sua collezione dedicato al decennio tra gli anni ‘80 e ‘90, a cura di Marco Ferrero e Francesca Fontana. Il passaggio dagli anni ‘70 agli ‘80 segna infatti una svolta importante nel mondo della figurina, i cui contenuti si rivolgono con sempre maggiore frequenza allo sport, al calcio soprattutto, lo sport più popolare e diffuso, connesso alla figurina in un binomio inscindibile, oltre che al medium televisivo. Quel Mondiale rappresenta una sorta di wunderkammer del calcio, una galleria di calciatori straordinari entrati nell’immaginario degli appassionati, ma non solo. Se in campo provarono di essere dei campioni, anche al di là del rettangolo di gioco riuscirono a dimostrare la loro capacità di essere protagonisti di un’epoca, incrociando territori culturali e sociali divenendo, in alcuni casi, delle vere e proprie icone.

E anche le figurine che raccontano quel Mondiale sono divenute delle autentiche immagini-simbolo, per cui ancora oggi sembra impossibile pensare a questo o quel giocatore a prescindere dal suo volto stampato sui piccoli rettangoli di carta adesiva. La mostra ripercorre le tappe della nazionale italiana a partire dalle qualificazioni, passando attraverso l’esordio al Balaídos di Vigo. E poi le partite memorabili contro l’Argentina e il Brasile e gli splendidi gol che conducono l’Italia alla finale con la Germania Ovest al Santiago Bernabéu. Di quel giorno, tutti ricordano Sandro Pertini, con il suoNon ci prendono più”, esclamato all’81’ minuto della finale di Madrid e il re Juan Carlos in tribuna, le reti di Marco Tardelli, Rossi e Altobelli e quel triplice “Campioni del Mondo!” ripetuto dal telecronista Nando Martellini, ma anche la pipa e gli occhi felici di Enzo Bearzot che di quella vittoria è stato l’artefice. In Italia esplode una festa che è il simbolo delle speranze di un Paese.

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