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Torna a Parma il festival diffuso di arte contemporanea: temi di quest’anno sono il ricordo e la memoria storica
Progetti e iniziative
Nell’ambito dell’ottantesimo anniversario della Liberazione d’Italia, rimane visitabile fino al 25 maggio 2025 la nona edizione di PARMA 360 Festival della creatività contemporanea dal tema MEMORIE, con la direzione artistica di Chiara Canali e Camilla Mineo. Il festival diffuso in tutta la città di Parma, si pone come occasione collettiva per dialogare con arte, storia e cultura.
Il tema di quest’anno invita artisti e pubblico a riflettere sul significato della memoria da diversi punti di vista: intimo, esistenziale e storico. L’obiettivo è quello di unire due prospettive formali – la memoria come oggetto di studio scientifico e la memoria come parte di un più ampio processo artistico. La memoria diventa testimonianza, memoria storica di una comunità, ma quando vissuta in forma soggettiva e personale diventa ricordo e reminiscenza.

A Palazzo del Governatore è presente la grande mostra collettiva Se questo è un uomo. L’arte ricorda, l’umanità resiste. Opere 1945-2025 a cura di Chiara Canali e ispirata all’omonimo romanzo di Primo Levi. L’esposizione ripercorre e mette a fuoco i temi che hanno accompagnato l’umanità del Novecento fino ai giorni nostri: i drammi della guerra, la frammentazione, l’ascolto dell’inconscio ma anche lo sfaccettato tema della Resistenza, attraverso un racconto organico portato su tela da 65 artisti ed un corpus di oltre 100 opere.

Il percorso espositivo si apre con grandi opere di denuncia come Sueño y Mentira de Franco di Pablo Picasso, la raccolta di disegni di Renato Guttuso Gott mit Uns – Dio è con noi (frase incisa sulle fibbie dei nazisti), un ciclo che racconta le atrocità e l’orrore della Guerra ma anche l’impegno partigiano, per poi proseguire con gli artisti del Realismo Esistenziale di Milano, quali Bepi Romagnoni, Giuseppe Guerreschi, Gianfranco Ferroni, Mino Ceretti, Tino Vaglieri e di autori provenienti da altre sedi come Renzo Vespignani e Alberto Sughi. Tra i nomi storici anche Ennio Morlotti ed Ernesto Treccani, con grandi opere dedicate alla resistenza partigiana, dalla profonda importanza storico-artistica.

Si parla di Resistenza a più livelli, verso il mondo esterno ma anche verso le durezze della propria intimità: le atrocità e i dolori vengono analizzati in modo scientifico e diramato, proponendo un percorso che parla di testimonianze intese come modalità di espressione delle difficoltà a-storiche dell’essere umano in quanto tale. È un ritratto corale del Novecento, dell’uomo nella società e nell’intimità, ed è proprio in quest’ultima corrente che si sviluppa una serie di ritrattistica novecentesca che indaga l’inconscio, le brutture e le spigolosità dell’animo umano; Francis Bacon, con una delle prime opere presenti nel percorso espositivo, ispirerà intere generazioni di artisti contemporanei che ricercano e rappresentano l’inconscio più abissale e nero. La figura umana si sviluppa in ultimo nella sezione contemporanea, dove le stesse tematiche prendono vesti più vicine temporalmente, come ad esempio l’opera Ecce Homo di Giovanni Iudice che rappresenta il momento drammatico di uno sbarco.

La mostra ospitata a Palazzo del Governatore è quindi in grado di tracciare un solco netto nella storia più cruda attraverso la figurazione dell’arte, ma tiene vivo quel sentimento di analisi dell’oscurità intesa come sentimento universale, che prescinde dalla storia e dallo spazio. Svela come l’uomo debba tenersi saldo al suo essere uomo tra gli uomini.

Un altro luogo inserito nella programmazione di Parma 360 Festival è il suggestivo spazio della Galleria San Ludovico che ospita la mostra fotografica Questo ricordo lo vorrei raccontare, di Mario Giacomelli, dedicata all’ultima serie composta dall’artista nel 2000 e a cura di Katiuscia Biondi Giacomelli. Qui la memoria è intima e riflessiva, pronta a svelare mondi onirici personalissimi; è un vero e proprio viaggio interiore, dove realtà e finzione si fondono e tendono ad una ricerca di gioco e di vita pulsante.

Nel 2000, appena dimesso dall’ospedale in seguito a una grave operazione alla quale si è sottoposto, Giacomelli si mette all’opera per la creazione di questa serie, allo scopo di riunire i suoi fantasmi, farne immagini reali, e con questo purificarsi. Come una preghiera, così come il titolo annuncia. Lontano dal brusio della città, completamente immerso nelle colline senigalliesi che ha fotografato per un’intera vita, trasforma il paesaggio esterno ed interno al suo studio in uno scenario di vita diffuso, un set che racconta il sé più intimo, tra luci ed ombre, tra vecchi e nuovi spiriti, sfuggendo ad ogni razionalità. Sono fotografie che vanno sentite con la parte più umana e profonda, quella che non risponde alle logiche di causa-conseguenza ma che vive volatile nell’aria, tra realtà manifestata e sogno nascosto. Eppure, è una serie che parla del reale, estremamente materica nella composizione (maschere, cani e volatili finiti, fotografie nella fotografia) e nella realizzazione (contrasti molto forti, inchiostro nerissimo che prende vita organica sulla carta fotografica): è lo stesso Giacomelli che in un’intervista del 2000 puntualizza: «Non è facile spiegare la presenza della mia persona nelle ultime fotografie, è come se io entrassi dentro di me e ne uscissi purificato. Non so come dire… un partecipare in maniera simbolica. Quindi in questo lavoro ho messo anche il mio volto; questo è come la storia della maglia che si rovescia: è il rovescio della mia interiorità, io vado dentro ed esco fuori. Però con questa immagine esco da me stesso come lavato… […] purificato perché ho provato la gioia di essere presente e averne il ricordo». In mostra circa 70 opere vintage e oltre 200 provini di stampa, a ricostruire un racconto che attinge dal mondo vivissimo.
Inserite nel circuito del festival anche le mostre Come un segno di memoria, mostra collettiva di illustrazione con le opere di Francesco Chiacchio, Manuele Fior, Andrea Serio, Elisa Talentino a cura di Galleria Caracol ospitata nel suggestivo Complesso di San Paolo e la mostra Pianeti olfattivi dell’artista Francesca Casale SENSU, ospitata negli spazi in altezza del Torrione Visconteo.

Il Festival si arricchisce anche del CIRCUITO OFF disseminato per tutta Parma: questa sezione si propone di coinvolgere il pubblico in un itinerario urbano nel centro storico, con l’obiettivo di rilanciare e promuovere la cultura artistica più vitale e presente nel territorio. All’appello sono chiamati una cinquantina di spazi creativi della città, tra negozi, ristoranti, librerie, studi d’artista ed esercizi vari. La nona edizione di PARMA 360 Festival si completa con una serie di talk, incontri e percorsi didattici con i curatori e gli autori protagonisti delle mostre e critici d’arte, curatori, giornalisti, operatori culturali in dialogo con loro.

Il tema della Memoria, profondamente umano, prende vita in spazi e luoghi diversi portando lo spettatore a muoversi geograficamente tra storie e racconti, tra arte come testimonianza storica e personale. La molteplicità degli artisti selezionati tra storici ed ultra-contemporanei cammina in bilico sullo stesso filo, teso sul baratro della dimenticanza, creando una trama fitta di storie sulla quale poggia l’umanità-tutta. È il tentativo primitivo di testimoniare la propria esistenza, nel singolo e nella comunità, lo smussare le spigolosità affrontandole di pancia, assecondando quel senso di resistenza che risiede naturalmente in noi, nella voglia di creare nuove memorie.