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Tra desiderio e comunità: ESCIF e MP5 in dialogo ad Arte Fiera 2025
Progetti e iniziative
di redazione
Iconici, militanti, immediati ma anche sofisticati, sono i linguaggi visivi di Escif ed Mp5, diversi come espressione ma affini nella profondità di una ricerca che interroga il presente per affrontarne le tensioni, le pulsioni, le suggestioni. A metterli in dialogo sono la galleria SPAZIOC21 e il progetto do ut do, in occasione della 48ma edizione di Arte Fiera, a Bologna, dal 7 al 9 febbraio 2025, all’interno della sezione Percorso, dedicata quest’anno al tema della comunità.
Il filo conduttore dell’esposizione è il desiderio, tema scelto da do ut do per l’edizione 2025. Un concetto sfaccettato, che si declina tra ricerca, sperimentazione e spinta verso ciò che manca. Se per Escif il desiderio è l’eterna lotta dell’ego tra paura e futuro, per Mp5 è la misura dello spazio tra i corpi, una forza incontenibile che si traduce in gesto politico.
SPAZIOC21, fondata a Reggio Emilia nel 2016, si conferma uno spazio di ricerca tra arte urbana, sottoculture metropolitane e sperimentazione. do ut do, nato nel 2011 per sostenere la Fondazione Hospice MT Chiantore Seràgnoli, intreccia il mondo dell’arte con l’impegno sociale, destinando parte del ricavato delle vendite alla beneficenza.
ESCIF: catturare l’invisibile
Nato a Valencia, in Spagna, nel 1980, Escif è considerato tra i nomi più rilevanti nel panorama dell’arte urbana contemporanea. Con un segno essenziale e colori sobri, il suo lavoro si muove tra ironia e critica sociale, interrogando i meccanismi del capitalismo e il nostro rapporto con la natura. L’opera Domestic Wild, presentata ad Arte Fiera, esplora l’impossibilità umana di separarsi dalla propria condizione naturale e la vana ambizione di catturare la bellezza del mondo senza intaccarne l’essenza.

Attivo da oltre 20 anni, ESCIF ha disseminato i suoi interventi murali in tutto il mondo, collaborando con istituzioni come il Palais de Tokyo di Parigi e la Power Station di Shanghai, fino a progetti collettivi come Dismaland di Banksy. Il suo approccio lo avvicina a una riflessione filosofica sull’arte e sulla vita, ricordandoci che la realtà supera sempre la rappresentazione artistica.

MP5: il desiderio come forza politica
Originaria di Napoli, Mp5 si distingue per un’estetica netta e incisiva, dominata dal bianco e nero e da una grafica essenziale che amplifica il messaggio. La sua ricerca è profondamente radicata nella scena transfemminista queer e nei movimenti di lotta politica. Nell’opera Nearness, presentata ad Arte Fiera, il desiderio si fa distanza tra corpi, forza impetuosa che anima la vicinanza, sia in una piazza che nell’intimità di uno spazio protetto. Le sue figure vibrano di una ritualità laica e carnale, trasformandosi in icone contemporanee.

Il percorso di Mp5 attraversa arte pubblica, scenografia, illustrazione e installazioni. Ha collaborato con il mondo della moda – celebre il suo contributo alla campagna Chime for Change di Gucci – e con il teatro e l’editoria, lavorando con personaggi come Michela Murgia e Chiara Tagliaferri. Il suo libro monografico Corpus (Rizzoli Lizard, 2023) raccoglie anni di produzione e riflessione artistica.
