06 novembre 2000

Il restauro degli arazzi: Los Honores di Carlo V

 
Los Honores è il nome di una serie di nove arazzi rinascimentali intessuti per Carlo V a Bruxelles nella prima metà del Cinquecento...

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Los Honores
Los Honores è il nome di una serie di nove arazzi rinascimentali intessuti per Carlo V a Bruxelles nella prima metà del Cinquecento. Questi arazzi sono recentemente stati riportati nelle Fiandre per essere restaurati: in occasione dell’intervento di restauro è stata organizzata a Malines una mostra, ospitata presso il Centro Culturale Antoon Spinoy. Gli arazzi, decorati con la rappresentazione allegorica delle virtù necessarie al buon governo e dei vizi che ogni sovrano deve evitare, raccolgono trecentotrentasei scene ispirate ad avvenimenti storici, a racconti biblici e al mondo del mito. Carlo V amava particolarmente questi arazzi e li portò sempre con sé, in tutti i suoi spostamenti, usandoli per abbellire le sue residenze regali. Passati ai successivi sovrani spagnoli, essi divennero infine parte del patrimonio artistico nazionale. Due dei nove arazzi della serie furono restaurati nel 1993 ma l’ultimo restauro dell’intero ciclo risale addirittura al 1750: il recente intervento di restauro dovrà restituire agli arazzi le originali gradazioni cromatiche – offuscate dal tempo – e la ricchezza della forma; inoltre i restauratori interverranno per riparare i danni causati agli arazzi dall’azione dell’acqua. Il restauro è stato finanziato dal governo belga, dal consiglio comunale di Malines e da alcuni sponsor privati che hanno sollevato dalle spese il governo spagnolo.
Gli arazzi
L’arazzo è un tessuto di alto pregio, ornato da motivi naturalistici e astratti o da scene con figure, caratterizzato da una particolare tecnica di esecuzione. Il nome arazzo deriva dalla città francese di Arras che nella prima metà del secolo XIV divenne uno dei maggiori centri di produzione di tali tessuti. Gli arazzi erano eseguiti da operai specializzati che lavoravano su grandi telai utilizzando due tecniche diverse: ad alto liccio, con il telaio disposto verticalmente e a basso liccio, con il telaio in posizione orizzontale. I fili dell’ordito, di lana, seta e, negli arazzi più preziosi, d’oro e d’argento venivano avvolti completamente sia sul dritto che sul rovescio. Dal secolo XVI le Fiandre divennero il maggior centro di produzione degli arazzi: i pezzi più preziosi erano definiti Tapis d’or e gli artisti fecero grandi progressi nella resa cromatica e spaziale delle figure; con il tempo solo l’avvento della lavorazione industriale dei tessuti limitò il successo e la diffusione degli arazzi che ancora nel xx secolo avevano estimatori tra gli artisti contemporanei. Molti grandi artisti hanno preparato i cartoni con la decorazione da rappresentare sugli arazzi: tra questi si ricordano Raffaello (serie degli Atti degli Apostoli), Bronzino (Storie di Giuseppe), Rubens (nella serie Trionfi e figure del Santissimo Sacramento). In epoca più recente la manifattura francese di Marie Cuttoli ha realizzato arazzi su disegni di Picasso, Braque e Mirò e in Italia la Arazzeria Pennese ha utilizzato cartoni di Capogrossi e Balla.
Il restauro degli arazzi
Nel restauro sono coinvolte tutte le caratteristiche proprie dei materiali soggetti ad intervento, con attenzione per le tecniche di esecuzione: nel caso degli arazzi il restauro deve tenere conto della morfologia delle fibre tessili e della loro instabilità, dei procedimenti tecnologici alla base della produzione dei filati e dei tessuti e infine dell’identità formale e delle caratteristiche storiche dei manufatti. Le fasi del restauro degli arazzi si aprono con un primo momento di osservazione volto a raccogliere le informazioni utili per le decisioni da prendere nel corso del restauro: tale momento costituisce per il restauratore la prima occasione di contatto diretto con i materiali per saggiarne le caratteristiche. Si procede poi ad una indagine diagnostica per accertare tipologia e dimensioni del degrado, facendo particolare attenzione alle condizioni delle fibre che possono con il tempo essere indebolite da un fenomeno di decadimento chimico. Dopo aver provveduto alla disinfestazione e ad eventuali riparazioni, si passa alla fase di pulitura – diversa in base alle fibre utilizzate: naturali o sintetiche, di cotone, seta o altro – che non deve in alcun modo compromettere l’aspetto e la stabilità dei colori e delle fibre degli arazzi; tale processo di pulitura può essere meccanico o chimico. Il delicato processo di restauro degli arazzi è completato dall’eventuale riassemblaggio su supporto iniziale.


In collaborazione conROL



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