07 agosto 2001

Nuovi restauri per Duccio

 
Il 2002 sarà l’anno della riscoperta delle opere di Duccio da Buoninsegna, un anno nel quale una grande mostra celebrerà il maestro toscano: intanto continuano gli interventi di restauro delle opere che saranno presentate nel percorso espositivo...

di

Duccio da Buoninsegna
Il 2002 celebrerà la figura del maestro toscano Duccio da Buoninsegna con una grande mostra, in programma da Marzo, curata da Bruno Santi, in collaborazione con un prestigioso comitato scientifico. E’ quindi in corso un’imponente campagna di restauri, diretta da Alessandro Brignole, che ha nel recupero della vetrata tonda delle chiesa di Santa Maria della Scala, a Siena, uno degli interventi più delicati. La mostra su Duccio da Buoninsegna, grande interprete della pittura italiana del XIII secolo, rientra in un’iniziativa promossa dalla Soprintendenza per i Beni artistici ed architettonici della Toscana, dal Comune di Siena, dall’Istituzione Santa Maria della Scala e dall’Opera del Duomo. Duccio da Buoninsegna, nato tra il 1255 ed il 1260, può essere considerato il fondatore della scuola pittorica senese e lasciò un segno profondo nell’arte sacra a lui successiva: sulla sua prima maniera fa luce un’opera giovanile, la Madonna della chiesa di Santa Cecilia a Crevole presso Murlo (Siena) che potrebbe risalire al 1285, ovvero al periodo in cui Duccio realizzò, per la chiesa fiorentina di Santa Maria Novella, la Madonna Rucellai. Tra i continuatori della lezione di Duccio si ricordano Meo da Siena, Segna di Tura e suo figlio Nicolò, Ugolino di Neri e Vigoroso da Siena; acquisendo la lezione del maestro, essi stabilirono precisamente e programmaticamente il valore della linea non utilizzata come semplice segno ornamentale, ma come mezzo espressivo, e in questo modo anticiparono una delle principali caratteristiche dello stile gotico.
I restauri
Il programma di ricerche che ha preceduto l’inizio dei restauri in previsione della mostra ha portato ad interessanti scoperte, arricchendo le conoscenze degli studiosi sulla figura dell’artista toscano. Tra le opere che sono state recuperate, e che sono ora sottoposte ad un intervento di restauro, figurano le dodici tavolette della predella, del coronamento e del retro della Maestà, oltre alla vetrata tonda delle chiesa di Santa Maria della Scala e ad alcuni affreschi delle pareti della Cappella Bardi di Santa Maria Novella, a Firenze. Il restauro delle dodici tavolette della Maestà del Duomo di Siena è stato affidato a Daniele Rossi per il quale è stato appositamente allestito un laboratorio all’interno della Pinacoteca senese: le tavolette sono una piccola parte della complessive 58 che decoravano anche sul retro la Maestà, prima che esse, nel 1770, venissero divise e trasferite nelle collezioni dei principali musei del mondo. Le dodici tavolette che rimasero a Siena erano quelle che si trovavano nel peggior stato di conservazione e che vennero restaurate per la prima volta, negli anni Cinquanta, a cura dell’ICR, da poco istituito.

A cura diROL





[exibart]

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui