25 giugno 2003

A Crespano del Grappa un omaggio a Massimo Prevedello

 

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Gli spazi infiniti del Tibet, i gesti del quotidiano di popoli lontani, la voglia di inseguire un sogno, il sogno del gesuita Ippolito Desideri che quattro secoli fa andò fino nel Ladak e descrisse con grande attenzione e rispetto la religione di quei popoli. Tutto questo abbiamo respirato nel film Desideri, presentato al festival Religion Today lo scorso ottobre. Il film vinse un premio, il premio intitolato a don Silvio Franch per il dialogo inter-religioso, e a ritirarlo al Teatro Sperimentale del Centro S. Chiara di Trento venne il regista Massimo Prevedello. Era un giorno felice per lui, cosí disse al microfono, attendeva quel riconoscimento con semplicità e grande entusiasmo.
Iniziò cosí il lungo viaggio del film Desideri, e di Massimo con esso: prima a Cecina, alla presenza del Dalai Lama, poi a Gerusalemme, dove venne applaudito e discusso per due ore da un cinema pieno di gente sconvolta dalla guerra. Vi trovavano un appiglio, la speranza di un sogno, un viaggio di pace. E infine di nuovo a Trento, in prima serata al festival della Montagna. Il pubblico apprezzò l’idea, il montaggio e la fotografia, ma più di tutto il sogno, la storia di una vita trascorsa per inseguire i propri ideali.
Fare un film è sempre un’avventura difficile, piena di ostacoli e di fatiche. Riuscire a portare avanti le proprie idee senza mediazioni e compromessi è opera ardua. Lavorare con la telecamera e con il montaggio come con i pennelli di un pittore antico è di pochi. E tra questi, Massimo Prevedello. I suoi documentari riescono a dare vita ad oggetti morti, a muovere i quadri di Kandinsky, a sviscerare i segreti di edifici del passato, a riportare alla memoria la drammaticità della guerra. L’ultimo lavoro di Massimo parla di Asolo, città a lui molto cara. Lo spettatore é condotto dalle polveri di colore di un pittore a scoprirne la storia e gli angoli segreti, a respirarne l’aria, a sentirne la musica. Il linguaggio cinematografico viene qui arricchito di nuove relazioni tra immagine e grafica, di nuove possibilità di comunicare con il buio e la luce, di nuovi richiami di colore. Non è facile innovare nel campo del cosiddetto “film turistico”, ma Massimo con Asolo vi è riuscito.
Nei prossimi mesi molti progetti sarebbero partiti, alcuni anche a Trento.
Ma Massimo Prevedello se n’è andato, in viaggio verso un sogno, scivolando giù da una piccola barchetta sul lago di Arsié, il 3 agosto scorso. La sua partenza, a soli 39 anni, ha lasciato tutti sgomenti. Restano le sue opere, le opere di un artista della comunicazione, e i suoi insegnamenti. Speriamo di poter portare avanti il suo sogno, il sogno di una comunicazione pulita, vera, senza compromessi ed inganni e contiamo che lui ci dia la forza e l’energia di cui era capace per non cedere di fronte alle pressioni di un mondo mediato. (lia g. beltrami)


27 giugno 2003
21.30
Crespano del Grappa
Teatro Tenda di Palazzo Reale
camotti@yahoo.it


[exibart]

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