11 ottobre 2017

A Napoli, attraversando i corridoi di Casa Morra, con Hermann Nitsch e Joseph Beuys

 

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Il profilo affilato di Lucio Amelio, il suo sorriso è uno spiraglio sottile e obliquo, un segmento che incrocia il volto di Joseph Beuys, la sagoma dura, un fitto reticolo di chiaroscuri delineati dagli zigomi sporgenti, dagli occhi profondi. La lunga sequenza di fotografie, molte in bianco e nero, racconta una parte della storia dell’artista tedesco, i dialoghi e i rapporti che instaurò con gli artisti e i galleristi di Napoli, i progetti più rappresentativi della sua poetica. Scorriamo le immagini, rapiti da ciò che rappresentano ma oltre le cornici scure riconosciamo una familiarità, perché procedendo lungo il nuovo percorso allestito a Casa Morra si respira un’atmosfera confidenziale. Lo spazio immaginato da Giuseppe Morra come luogo in divenire della sua collezione, espande il suo percorso espositivo in altri ambienti del monumentale Palazzo Cassano Ayerbo D’Aragona, nel cuore del quartiere Materdei, non troppo distante dalla Fondazione Morra-Museo Nitsch. Il secondo anno di attività inizia con Julian Beck, Hermann Nitsch e Shozo Shimamoto, oltre che con una sezione speciale dedicata a Joseph Beuys, composta da pezzi donati dalla Collezione Lucrezia De Domizio Durini. 
E oltre alle opere, ai documenti storici, ai residui delle azioni, a quella sensazione di devota separatezza che si potrebbe avvertire in un museo, c’è qualcosa di laterale, un rapporto intenso, diretto, con una materia che è stata effettivamente vitale e in movimento. Possiamo immaginare il mito di una città in fermento, il racconto fantastico di un’epoca in cui lo scenario dell’arte era percorso da brividi folli, geniali, sregolati e romantici. Così, percepiamo come esistenti, quasi fossero ancora attive, quelle personalità alla base dell’Azionismo Viennese, del Gruppo Gutai, del Living Theatre, idee totali e gesti forti, in molti casi espressione di dichiarata rottura. 
Poi, si insinuano sentori dolci e ferrosi, venature di vino e sangue portate dall’aria fresca di questo inizio ottobre a Napoli. L’Aktion di Nitsch sta per iniziare, ci si sporge dalle balconate che circondano l’ampio cortile interno, il cui pavimento presto sarà tinto di rosso, area cultuale strappata dal quotidiano. Sulle lettighe vengono portati grandi pesci freschi e molluschi, cataste di uva si rovesciano su teli bianchi. Il maestro è seduto al centro della scena e osserva immobile lo svolgimento del rito. (MFS)

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