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Non si dimentica facilmente il rumore di un sarcofago di pietra di 800 anni che cade rovinosamente sul pavimento. Quel crack o boom o bonk, a seconda dell’onomatopea fumettistica che vogliamo attribuirgli, rimarrà a lungo nella mente della mamma e del papà che, per scattare al figlioletto una foto proibita, hanno fatto cadere l’antichissimo monumento. Saranno sembrati interminabili quei millesimi di secondo durante i quali il sarcofago sembrava poter sfidare la gravità e levitare a mezz’aria. Ma l’insensibilità delle leggi fisiche ha avuto la meglio e pochi istanti sono bastati a deturpare gli svariati secoli di storia incisi nella pietra dell’artefatto, conservato al Prittlewell Priory Museum di Southend, nell’Essex. Il monastero di Prittlewell venne fondato nell’alto medioevo per ospitare i monaci dell’ordine cluniacense ma fu distrutto nel 1536 e, dopo essere stato acquistato da privati, solo nel 1922 riaprì come museo pubblico. I posteri ricorderanno come, nel 2017, una famiglia troppo allegra, durante una gita, abbia profanato la memoria del luogo, per il desiderio di scattare una fotografia al pargolo, comodamente disteso in una tomba che, per lunghi anni, ha ospitato le spoglie di qualche sant’uomo. E bisogna dire che l’oggetto era perfettamente allestito, su un piedistallo e dietro una teca di vetro: «avrei messo in conto tutti i rischi ma non mi sarei mai aspettata che qualcuno potesse tentare di entrare nel sarcofago. Per fortuna il danno è riparabile», ha detto Claire Reed, restauratrice del museo. Ma non è finita qui, perché la combriccola, resasi immediatamente conto dell’entità del danno, ha pensato bene di allontanarsi dal luogo del misfatto. Mossa inutile, ovviamente, perché le telecamere avevano ripreso tutto.
A questo punto, oltre all’idiozia del gesto in sé, ci sarebbero da considerare gli aspetti estetici, pedagogici e morali della questione, insiti nella ferrea volontà di due genitori di mantenere il ricordo del proprio figlio in un contesto del genere, in una bara. Chissà quanti like avrebbe preso.