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Stavolta in mezzo ci sono la ‘Ndrangheta e la Camorra, e il “Re dei Videopoker” Giuseppe Campolo. Parliamo del ritrovamento dei tredici dipinti in un appartamento di Messina, notizia battuta dalla stampa straniera ma pressoché passata inosservata in Italia.
A dir la verità, perà, tutto è iniziato nella casa di un pensionato di Reggio Calabria, dove è stato ritrovato un Gesù che guarisce un cieco, a seguito di un mandato di perquisizione. Sottoposto al controllo incrociato sulla base di dati dei beni culturali rubati, si è scoperto che il era stato rubato nel 2001 a Randazzo. Da qui si è passati alla Sicilia, e al ritrovamento di tele (molte di tale Mario Pinizzotto) firmate da Guttuso e Salvador Dalì.
Nel 2013, a casa di Campolo, furono sequestrate 125 opere (di cui 22 giudicate false) che comprendevano i nomi di Giorgio De Chirico, Ottone Rosai, Antonio Ligabue, Mario Sironi, Agostino Bonalumi e Lucio Fontana. Con un patrimonio stimato di 320 milioni di euro in beni vari, Campolo – condannato a 18 anni nel 2011 – aveva bisogno di una forma “creativa” di investimento.