01 maggio 2008

Arte in… farmacia. A Roma nuovo progetto itinerante per Lino Strangis

 

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Uno still del video espostoL’arte arriva in farmacia. E in tanti altri esercizi privati che, con i soliti circuiti artistici, nulla hanno da spartire. È il nuovo progetto di Lino Strangis, giovane artista residente a Roma, curato da Veronica D’Auria e denominato V.A.M.S., ovvero Video Art Mini-Store. “Mi piace il fatto che la gente trovi l’arte contemporanea non, come al solito, nelle gallerie o nei musei e nemmeno in spazi diversi ma preparati apposta, bensì inaspettatamente, dal parrucchiere, dal macellaio, dal farmacista, in quei luoghi e quelle circostanze quotidiane in cui spesso si è costretti ad attendere, fare la fila, ammazzare il tempo in qualche modo”, dice Strangis. Prima tappa la farmacia Bardanzellu, cui seguiranno altri esercizi della capitale e di altre città. In tale occasione verrà presentata l’installazione audiovisiva monocanale Sky-Noise… Armonie del caos, motivo di riflessione sui fenomeni naturali – in questo caso il volo delle rondini – di cui non si riesce a godere perché presi dalla vita frenetica di tutti i giorni. V.A.M.S affianca l’altro progetto di Strangis Segnali Viandanti, costituito da una serie di installazioni poste all’interno di una tenda canadese da tre posti, anche questa posizionata in luoghi diversi della città. (alessandra troncone)






Dal 2 al 9 Maggio 2008
Via G. B. Bardanzellu 75 – Roma
Info: 3492304021 –
lemomoelectronique@libero.it

[exibart]

1 commento

  1. Nel 2006, come direttore dell’Olds “Osser-
    vatorio-laboratorio demoantropologico e del sociale”, ho organizzato una rassegna di arte nella saletta di un bar al corso della mia città.
    Come artista che usa la fotografia, ho voluto
    dare dignità al “mezzo” e diffondere la cultura visiva della fotografia ad un pubblico di “non iniziati” e ho scelto la spazio della tazzina di caffè.
    Con la consulenza della professoressa Maria Gabriella Guglielmi, titolare della cattedra di Storia della Fotografia, all’Università di Salerno, ho voluto far conoscere l’uso della
    fotografia nell’arte contemporanea, dimostran-
    do che dall’informale al Kitsch, al surrealismo, è possibile realizzare un’opera d’arte con il mezzo “tecnico”.
    L’operazione è stata possibile perchè avevamo alle spalle, io e la Guglielmi, un apprendistato
    sull’arte contemporanea al seguito, rispettivamente, di Enrico Crispolti, teorizzatore dell’arte del sociale, e di Filiberto Menna, critico d’arte legato soprattutto al “surrealismo”.
    Antonio Tateo

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