14 ottobre 2018

ArtVerona/7. Le “contro-icone” della fiera, ovvero tre installazioni da non perdere

 

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Ufficialmente Margherita Moscardini ha vinto il Premio Icona di questa 14esima edizione della fiera di Verona, come vi abbiamo annunciato ieri, ma ci sono diverse installazioni che – per qualità e ricerca – vi vogliamo consigliare tra i corridoi della fiera. 
La prima è di Matteo Attruia, presentato dalla Massimodeluca di Mestre. Marina Bastianello, direttrice della galleria, ha compiuto una scelta coraggiosa che però ha ben premiato a livello di curiosità di pubblico (e anche di affari): con la gigantesca tenda di tessere di PVC (tre metri e mezzo di altezza, e sette di larghezza) parte del progetto In_utile, gioco di parole tra l’essere “in utile” economico e l’inutilità (anche del gesto artistico, visto attraverso una prospettiva puramente “funzionalistica”), ha chiuso idealmente lo stand, permettendo di avvicinarsi alle altre opere dell’artista quasi in maniera onirica, facendo attraversare una soglia. E dunque aumentando il livello di attenzione.

Alla milanese ViaSaterna (sezione Raw Zone) c’è invece un’altra installazione che in questi giorni ha destato parecchia curiosità: è la altissima postazione di Oli Bonzanigo (1989, vive tra Milano, Palermo e Marrakech) a cui si accede tramite una scala, per potersi sedere su una vecchia poltrona Olivetti. Il titolo è O·rien·ta·mén·to, e una volta arrivati in cima potrete ascoltare anche l’audio di un respiro. È quello dell’artista, ma potrebbe essere anche il vostro. Dopo la scalata, dopo l’angoscia della vertigine, dopo esservi orientati dove non sapete…installata anche nel cortile di un liceo palermitano in occasione di Manifesta, Orientamento qui funzionava – con la luce del giorno – anche come una meridiana.

La terza installazione, commovente nella sua nitidezza e rigore formale, è presentata dalla galleria Beatrice Burati Anderson: l’artista è Giovanni Rizzoli, l’opera si intitola Venezia. È stata realizzata con marmo rosso di Verona, una stoffa damascata alta 3 metri, e acqua. Immaginatevi una piccola gondola a terra, che non galleggia ma raccoglie nel suo incavo un po’ di laguna. Quella stessa laguna che corrode pareti e marmi e stucchi e ricchezze, non lasciando spazio all’eternità. Da contemplare. 

In home page: Giovanni Rizzoli, 1997-2011,Venezia, marmo rosso di Verona, damasco, acqua, 300 X 196 X 23 cm. Opera unica. Courtesy: Beatrice Burati Anderson Art Space & Gallery

In alto: Oli Bonzanigo, O·rien·ta·mén·to, 2018, installazione (ferro verniciato e seduta originale Olivetti), cm 485x240x210 circa, courtesy Viasaterna, ph. credits Neroshootings

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