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Da buoni “vicini di casa” anche alla Biennale di Venezia 2015 l’Albania e l’Italia dialogheranno insieme. A rappresentare il Paese sarà l’artista Armando Lulaj, con la curatela di Marco Scotini.
Il titolo ? “Albanian Trilogy: A Series of Devious Stratagems”. In scena la conclusione di molti anni di ricerca sul periodo della guerra fredda in Albania, in particolare sui temi della memoria collettiva e dell’esperienza storica. Il primo lavoro è il film It Wears as It Grows (2011), seguito da Never (2012), ai quali su affiancherà la conclusione di Recapitulation (2015), prodotto appositamente per la Biennale.
Il progetto di Lulaj e Scotini è frutto di una selezione su una serie di open call da parte di una giura presieduta da Boris Groys e comprendente Kathrin Rhomberg, Adrian Paci, Albert Heta, e un rappresentante del Ministero della Cultura albanese.
“Con “Albanian Trilogy” Lulaj persegue la ricerca della storia del Paese dalla Guerra Fredda ad oggi, reintroducendo immagini e narrazioni ancora radicate nella memoria visiva della popolazione in un modo che va ben oltre la questione personale. Le installazioni e le opere di Lulaj creano un forte impatto visivo e le installazioni riescono ad essere sia giocose che monumentali, un risultato raro. Siamo sicuri che Albanian Trilogy sarà in grado di coinvolgere un pubblico ampio oltre a coloro che sono interessati e informati sulla storia albanese”, è stata la motivazione della giuria sulla scelta del progetto.
Nato nel 1980, Lulaj vive e lavora a Tirana e oltre a una numerosa serie di mostre in Italia, dal Mart alla stessa mostra « Il Piedistallo vuoto » di Scotini, ha partecipato anche alla Berlinale, alla sesta Biennale di Berlino, alla Biennale di Gothenburg e alla Biennale di Praga.