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Per la Fondation Louis Vuitton si prepara un 2018 da Blockbuster, con Bernard Arnault, fondatore e CEO del conglomerato del lusso LVMH, sempre più in prima linea nel contemporaneo e galvanizzato dall’enorme successo di Icones de l’art moderne, la mostra della collezione di Sergueï Ivanovich Chtchoukine. Dopo aver annunciato la partnership con il MAXXI, per il MAXXI Bulgari Prize dedicato ai giovani artisti, e in attesa dell’apertura della Maison Lvmh Arts-Traditions-Patrimoine, polo multidisciplinare che sorgerà a 300 metri dalla sede della Fondazione Vuitton e su progetto di Frank Gehry, arrivano altri due squilli di tromba, al ritmo di Jean-Michel Basquiat ed Egon Schiele. Nomi talmente altisonanti che potrebbero far passare in secondo piano L’Artiste, créateur de mondes, ampia collettiva che aprirà il 10 aprile, alla quale parteciperanno artisti come Takashi Murakami, Matthew Barney, Christian Boltanski, Mark Bradford, Trisha Donnelly, Philippe Parreno e Kiki Smith. Insomma non proprio dei parvenu.
Ma è inevitabile che la scena sia dominata dal capostipite della Street Art, già al centro di una grande retrospettiva al Barbican, per la quale si è scomodato finanche Banksy, e dall’inesauribile maestro viennese, considerando che nel 2018 si celebrerà il centenario dalla sua scomparsa. Entrambe le mostre apriranno in autunno, il 3 ottobre, con 100 opere di Basquiat, che si diffonderanno su quattro piani, e con 80 disegni, acquerelli e dipinti di Schiele, tra cui l’Autoritratto con lanterna cinese (1912) in prestito dal Leopold Museum di Vienna.