29 marzo 2019

Chi è la vincitrice del Future Generation Art Prize, che vedremo alla Biennale di Venezia

 

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L’artista lituana Emilija Škarnulytė si è aggiudicata la quinta edizione del Future Generation Art Prize 2019, il premio dedicato agli artisti Under 35 e istituito dalla Victor Pinchuk Foundation nel 2009. Škarnulytė ha ricevuto un grant di 100mila dollari, di cui 40mila espressamente per finanziare la propria ricerca artistica. Altri riconoscimenti sono stati assegnati alla sudafricana Gabrielle Goliath e al collettivo inglese Cooking Sections. Tutti gli artisti selezionati parteciperanno alla collettiva Future Generation Art Prize 2019, in esposizione a Palazzo Ca ‘Tron di Venezia, come evento collaterale della 58ma Biennale d’arte, che aprirà al pubblico l’11 maggio.
I vincitori, annunciati nel corso della cerimonia al Pinchuk Art Centre di Kiev, sono stati nominati da una giuria composta da Pablo León de la Barra, curatore al Solomon Guggenheim Museum and Foundation, Björn Geldhof, direttore artistico del Pinchuk Art Centre, Gabi Ngcobo, curatore della 10ma Biennale di Berlino, Tim Marlow, direttore artistico della Royal Academy of Arts di Londra, e Hoor Al Qasimi, presidente della Sharjah Art Foundation e della International Biennial Association. «È emozionante far parte di un premio che sostiene giovani artisti dinamici e di talento. La natura globale del premio consente di rappresentare le voci creative di tutto il mondo. L’edizione di quest’anno del Future Generation Art Prize ha esplorato il tema dell’archeologia del futuro, mettendo in discussione le possibilità del domani. Tutti gli artisti hanno dimostrato qualità indiscusse e decidere il vincitore finale è stato incredibilmente difficile», ha commentato Geldhof.
«Il lavoro di Emilija Škarnulytė è frutto di una ricerca profonda, portata avanti in modo coerente e sicuro. Il suo uso del video si espande in un’esperienza multi-dimensionale, affrontando alcune tra le problematiche attualmente più urgenti ma spesso lasciate inespresse. Senza essere apertamente didattico, il suo lavoro rimane poetico, sollevando domande fondamentali», si legge nelle motivazioni. Škarnulytė è nata nel 1987 a Vilnius e la sua pratica artistica si esprima principalmente nel linguaggio delle immagini in movimento. Ibridando i linguaggi della fiction e del documentario, trattando temi legati alle crisi ambientali ma anche alla complessità dell’individuo, come in Sirenomelia, film in cui una donna affetta dalla rara “sindrome della sirena” ci accompagna in un viaggio alla scoperta di una base militare risalente all’epoca della Guerra Fredda e situata nel Circolo Polare Artico. Ha esposto presso Ballroom Marfa, in Texas, Kadist Art Foundation di Parigi e alla prima Biennale di Riga, oltre che alla Künstlerhaus Bethanien di Berlino, mentre diverse commissioni le sono state proposte da istituzioni come la Serpentine Gallery e la Science Gallery di Londra. Attualmente dirige Polar Film Lab, un collettivo per lo studio della pellicola analogica da 16mm. Škarnulytė presenterà la sua mostra personale al Pinchuk Art Centre nel 2020.
In alto: Emilija Skarnulyte, foto di Peter Rosemann

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