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Pensare alla propria vita quotidiana in termini di approccio progettuale e creativo, non solo è possibile ma è auspicabile, in qualsiasi campo e a qualunque età, a patto di far entrare in gioco la sperimentazione e anche l’imprevisto, almeno secondo Bill Burnett e Dave Evans, autori del libro di culto Design Your Life. Ed è proprio questo il tema di Brera Design Days, festival ideato e curato da Cristian Confalonieri e Paolo Casati, fondatori di Studiolabo e Brera Design District, che per la sua terza edizione promette numeri di rilievo: 36 talk, 12 workshop, 145 ospiti, 11 mostre, 23 spazi coinvolti nel distretto di Brera. Sette giorni, dal 12 al 18 ottobre, per indagare le relazioni del design con la progettazione, le politiche urbane, la grafica, l’industria 4.0, il coding e i trend.
Il 12 ottobre, alla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, un focus su “Airbnb Plus: case che raccontano storie”, da non perdere, il 13 ottobre, la serie di talk nella Microsoft House, in cui si parlerà di algoritmi, processi decisionali, creative working e dell’utilità dell’inutile. Ancora il 13 ottobre, al Luiss Hub for makers and students, “Coding for kids”, programmazione informatica rivolta ai bambini che, con il coding, potranno cominciare a imparare i concetti base di informatica e del pensiero computazionale, giocando.
Tra le mostre in programma, “Beato Design”, in collaborazione con il Museo dei Madonnari di Grazie di Curtatone, con sei artisti di strada che proporranno la loro interpretazione di altrettanti progetti di design, lungo le strade di Brera. Il 12 ottobre, alla Microsoft House, aprirà anche “L’utilità dell’inutile-Il design italiano snobba il design thinking?”, a cura di Valentina Auricchio e Francesco Zurlo, con il supporto di Serena Leonardi e Martina Rossi, incipit per una riflessione sul metodo, sulla relazione con i maestri del passato e l’attuale fenomeno del design thinking.
Qui il programma completo.