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Partire dai container per guardare, da un punto di vista inaspettato, differente dal solito, i cambiamenti di una città marittima. Una area metropolitana come Genova ad esempio, che dalla presenza massiccia di quelle enormi casse vaganti è dominata tutti i giorni, ventiquattro ore al giorno. Ci avete mai pensato? Si chiama TEU, acronimo di Twenty-foot Equivalet Unit (ovvero l’unità di misura adottata appunto per i container), ed è sviluppato dall’associazione d’arte contemporanea ON in partnership col DISFOR-Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Genova. Un progetto «transdisciplinare tra sociologia e arti visive» come lo definisce Anna Daneri, che lo ha curato e coordinato assieme a Martina Angelotti.
Una tre giorni genovese – da venerdì 19 a domenica 21 – per comprendere meglio le dinamiche che dal basso modulano ogni metamorfosi urbana e di conseguenza il nostro rapporto con la città intera, seguendo una sociologia del territorio mirata a incrociare nuove espressioni d’arte contemporanea, mood al centro dell’attività di ON fin dalla sua nascita nel 2007. Proprio per questo, l’associazione ha coinvolto due giovani artisti di talento, Danilo Correale e Riccardo Benassi, con installazioni prodotte ad hoc all’interno della Sala Chiamata del CULMV (Compagnia Unica dei Lavoratori del Porto). Luogo simbolico e significativo della vita portuale, dove si svilupperà man mano ogni fase di TEU, tra presentazioni, incontri (tra questi gli artists talks con Anna Positano e Peter Fend) e proiezioni.
Se volete sapere di più su come un solo container possa modificare tutta Genova e relazionarsi ai temi dell’arte contemporanea, l’appuntamento con TEU è fissato al 19 maggio, con opening alle 17. (Andrea Rossetti)