11 novembre 2017

Contemporaneo, scelgo te. Ne parliamo con Elena Lydia Scipioni, curatrice del progetto di Senza Titolo

 

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Al MAXXI troviamo Beirut, le sue atmosfere trans-mediterranee, da Fondazione Volume le sculture di Paolo Icaro, tra opacità e trasparenza. E poi l’equilibrio leggero di Alexander Calder e di Jean Tinguely, al Chiostro del Bramante, le collezioni permanenti della GNAM, la magia degli studi di Cinecittà. A Roma, a seguire mostre ed eventi c’è da perdersi ma a suggerire un percorso ci pensa Senza Titolo, l’associazione nata a Bologna nel 2008, all’interno del Dipartimento educativo del MAMbo e presieduta da Anna Caratini, con Scegli il Contemporaneo, progetto di conoscenza ed esplorazione partecipata della produzione artistica contemporanea e degli spazi espositivi della città, con itinerari tematici che rintracciano un filo dinamico lungo il variegato panorama culturale. Questa seconda edizione, da novembre a dicembre, propone una serie di visite guidate tra la Galleria Nazionale, il MAXXI, il Chiostro del Bramante, Villa Farnesina e la Fondazione Volume, gli Studios di Cinecittà (qui il programma completo). Ci dice di più la curatrice del progetto, Elena Lydia Scipioni.  
In Italia, rimane grave la situazione di esclusione culturale, come emerso dall’ultimo rapporto Federculture, appena presentato. Che strategia usate per invogliare le persone a scegliere l’arte contemporanea? 
‹‹Scegli il Contemporaneo è un progetto curatoriale e didattico pensato per una città come Roma dove il pubblico ha bisogno di essere orientato, più che invogliato, tra le diverse proposte culturali della stagione, e tra i luoghi che le ospitano, magari conosciuti ma dove spesso non si entra. Abbiamo inteso Scegli il Contemporaneo come una piattaforma mobile con cui definire una trama di racconti aperti e percorribili per costruire una rete di rimandi tra opere, musei e architetture di Roma. L’idea è guidare in cinque appuntamenti adulti, ragazzi e bambini, abitanti e turisti, in un percorso che permetta di rileggere e reinterpretare i luoghi e i contenuti d’arte della città››. 
Secondo quali criteri scegliete le proposte da inserire negli itinerari? 
‹‹Visitiamo le mostre, interagiamo con le istituzioni e intercettiamo i fili conduttori per costruire un grande cappello tematico comune, che rinnoviamo ogni edizione. La prima era intitolata “L’occhio della terra” ed è stata dedicata alla natura, con tappe a “Nature Forever. Piero Gilardi” del MAXXI e a “Matrice” di Giuseppe Penone nella sede di Fendi del Palazzo della Civiltà Italiana. Questo secondo programma prende spunto dal tema dello spazio inteso come luogo, architettura, città: saremo infatti al MAXXI per la mostra su Beirut, “Home Beirut. Sounding the Neighbors”, alla Fondazione Volume! per Paolo Icaro (“Respiro all’interno dell’esterno dell’interno”) e poi al Chiostro del Bramante, per le opere di Jean Tinguely dal cui manifesto “For Statics” abbiamo estratto il claim di questa edizione: Be static-with movement. L’obiettivo è superare il confine e l’autonomia della singola mostra, e proporre una nuova modalità trasversale di frequentare mostre e musei. Per questo includiamo le istituzioni con le loro collezioni e mostre, perché costituiscono importanti momenti di approfondimento – in questa seconda edizione la Galleria Nazionale e il museo MAXXI – insieme alle esibizioni temporanee in spazi privati che fungono invece da focus, da lente di ingrandimento››. 
Scegli il Contemporaneo è un progetto che mette in relazione molti spazi. A quali risultati può portare questa sinergia tra diverse istituzioni pubbliche e private? 
‹‹La peculiarità di SIC è creare percorsi dove sono i contenuti a guidare i visitatori nelle varie istituzioni pubbliche e private, e non viceversa, un criterio che permette inoltre di mettere in relazione luoghi apparentemente lontani. In questo senso ci ha ad esempio interessato unire nella stessa visita l’intervento di Paolo Icaro sulle pareti della Fondazione Volume! con la vicina Villa Farnesina, per riscoprire sotto una nuova luce gli affreschi di Raffaello o le rappresentazioni di piante del Nuovo Mondo. Le sinergie vorremmo fossero innanzitutto personali in ogni visitatore, come il gioco “Unisci i punti”: noi suggeriamo i numeri e voi li collegate, alla fine emergerà un’immagine inedita della cultura contemporanea della città››.

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