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Non solo su change.org, ma anche su deappelsupport.nl, dove settantasei firmatari iniziali (tra artisti internazionali, curatori, direttori di museo, giornalisti e chi più ne ha più ne metta) hanno fatto da traino per una nuova presa di posizione a favore di Lorenzo Benedetti, licenziato dal De Appel qualche settimana fa, senza pubbliche spiegazioni.
Qui, stavolta, si alza un po’ il tiro delle richieste: non solo si chiede un riesame della decisione del Consiglio del centro per le arti di Amsterdam, per reinserire l’ormai ex direttore artistico italiano, ma anche una discussione sull’influenza della politica delle sovvenzioni statali ai centri di arte contemporanea e, inerente a questo punto, il fatto che una “pressione politica” per rendere più “commerciale” il museo non arrivi a snaturare l’istituzione dal suo percorso di polo d’avanguardia nelle arti.
C’è, insomma, la volontà anche di discutere dell’assetto della struttura, per evitare casi simili in futuro. Specialmente perché l’”affaire Benedetti” sta -giustamente- riscuotendo una eco fortissima, da un lato all’altro d’Europa, e che in questo caso conta oltre 410 firme, escluse quelle del gruppo fondatore della mobilitazione. Come andrà a finire?