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Non solo archeologia o ILVA: Taranto si riscopre città del contemporaneo, con l’inaugurazione del CRAC-Centro Ricerca Arte Contemporanea, ospitato all’interno dell’ex Convento dei Padri Olivetani. Un nuovo spazio espositivo dedicato alla ricerca e alla progettazione dei linguaggi del contemporaneo, che ospiterà anche la sede dell’Archivio Storico Nazionale del Progetto d’Artista “Piano Effe”. La direzione è affidata al giovane critico e curatore pugliese Roberto Lacarbonara. Nomi prestigiosi per il comitato scientifico, composto da Bruno Corà, Renato Barilli e da Giulio De Mitri, presidente e anima del Centro. Il CRAC è infatti una costola della sua Fondazione Rocco Spani, impegnata da oltre trent’anni nel settore della didattica museale e dell’infanzia.
L’attenzione del nuovo spazio di ricerca è rivolta ai processi del fare artistico contemporaneo, più che ai prodotti o alle opere. Il museo tarantino ambisce a essere un luogo privilegiato dal quale osservare gli strumenti metodologici del disegno, dello studio preparatorio e della pianificazione di teorie e prassi della produzione artistica. «CRAC – spiega Lacarbonara – è un piccolo museo che nasce da una preziosissima collezione di progetti, disegni, studi preparatori di artisti storici, da Pascali a Mainolfi, da Alviani a Beuys, da Carrino a Spagnulo, da Munari a Sordini. Cercheremo di unire ogni progetto alla didattica e ai fenomeni sociali del territorio».
E la proposta espositiva, che inaugura oggi, già racconta le diverse anime del progetto. «Apriamo con due mostre estremamente simboliche – racconta il direttore artistico – soprattutto per Taranto: un omaggio a Pino Spagnulo, a un anno dalla sua scomparsa, e una mostra sui progetti e le immagini di un parco sculture romagnolo, Santa Sofia, esempio virtuoso ed eccellente di come coniugare arte e ambiente». Ad accompagnare le mostre, visitabili fino al 30 giugno, due agili pubblicazioni di Gangemi. Da tenere d’occhio anche la programmazione a venire, che vuole fare vivere lo spazio con mostre temporanee, convegni, workshop, videoproiezioni, azioni performative e musicali. (Francesco Paolo Del Re)
In alto: Joseph Beuys, Difesa della Natura. Progetto Piantagione Paradise in Bolognano
Apprendo solo adesso della nascita di un Centro che stranamente è omonimo del CRAC Centro Ricerca Arte Contemporanea, nato a Cremona nel 2004 nello stesso ambito di ricerca.
Volevo ricordare che dell’esperienza del CRAC di Cremona è stato recentemente pubblicato un libro nelle edizioni Postmedia Books.
Mi chiedevo, come dei professionisti del settore, siano così poco informati visto che sarebbe bastato un semplice clic in rete per accorgersi della nostra esistenza.
Dino Ferruzzi,
fondatore e direttore del
CRAC Centro Ricerca Arte Contemporanea di Cremona
Caro Dino, sappiamo – e so bene, visto che l’ho frequentato in prima persona – che Cremona è stata la prima città a ideare e ad avere un “CRAC”. Tuttavia gli intenti di Taranto ci sembrano piuttosto differenti, acronimi a parte (utilizzati consapevolmente o meno).
Un caro saluto, Matteo Bergamini
Caro Matteo,
certamente non mi permetterei di entrare nei meriti che il progetto del CRAC tarantino ha ed avrà.
Mi dispiace solo della poca attenzione e anche, perchè no, della scorrettezza nell’utilizzare un nome di un soggetto che fortunatamente è ancora vivo e vegeto.
Lasciateci almeno morire…