25 febbraio 2019

Debuttanti con il botto alla Biennale di Venezia. Ecco il promettente progetto del Ghana

 

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Nella lunga e prestigiosa storia della Biennale, sono stati pochi i debuttanti che hanno potuto permettersi una entrée così scoppiettante. Qualche giorno fa scrivevamo del Pakistan ma con ogni probabilità la scena sarà rubata dal Ghana, che celebrerà la sua prima partecipazione alla 58ma mostra d’arte contemporanea di Venezia, in apertura l’11 maggio, presentando un parterre de rois comprendente nomi come John Akomfrah, El Anatsui, Ibrahim Mahama e Lynette Yiadom-Boakye. Artisti appartenenti a generazioni diverse ma già ampiamente conosciuti per le loro esposizioni in sedi di primo livello, in particolare in Gran Bretagna. Nello specifico, ricordiamo che Yiadom-Boakye è stata inserita nella shortlist del Turner Prize nel 2013, mentre El Anatsui ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera in occasione della Biennale di Venezia del 2015. Nella stessa occasione espose anche Mahama, che ha partecipato anche a Documenta 14 a Kassel, nel 2017. 
Le loro opere saranno esposte in un padiglione dell’Arsenale progettato da David Adjaye. Attualmente considerato tra gli architetti emergenti più influenti al mondo, Adjaye ha già disegnato edifici monumentali come lo Smithsonian National Museum of African American History and Culture di Washington e, in Italia, l’abbiamo visto in diverse occasioni, al MAXXI di Roma e per alcuni progetti come l’headquarter dell’azienda Moroso, a Udine. 
“Ghana Freedom” sarà il titolo dell’esposizione, in riferimento alla celebre canzone di E.T. Mensah, considerata una icona delle lotte di indipendenza del Paese, che si affrancò dalla Gran Bretagna solo nel 1957. Il progetto, curato da Nana Oforiatta Ayim, sarà incentrato sugli argomenti della diaspora, del colonialismo e della restituzione delle opere d’arte disperse tra vari musei europei. L’iniziativa è sostenuta dal Ministero del turismo, delle arti e della cultura e potrà contare anche sul supporto di Okwui Enwezor, ex direttore artistico della Haus der Kunst di Monaco, chiamato come consulente strategico. 
«Questo è un momento storico per noi, in Ghana. Le arti e la cultura sono lo spirito di una nazione e con la nostra partecipazione alla Biennale di Venezia, posso dire che siamo arrivati a un risultato eccezionale», ha dichiarato Catherine Afeku. ha dichiarato il Ministreo del Turismo e della Cultura. 
Il progetto, infatti, sarà piuttosto complesso e coinvolgerà direttamente la società e la politica ghanesi, andando ben oltre i confini della Laguna e Adjaye ha recentemente svelato i suoi progetti per la costruzione di una nuova cattedrale, adiacente al cimitero di Osu, ad Accra. Per questa occasione, l’architetto collaborerà con El Anatsui, Lynette Yiadom-Boakye e Chris Ofili, per la realizzazione di opere site specific. 
In attesa di un viaggio per vedere che aria tiri da quelle parti, non ci rimane che segnare l’appuntamento a Venezia, dove vedremo le installazioni ambientali e scultoree di El Anatsui, Mahama e Selasi Awusi Sosu, i ritratti di Felicia Abban e Yiadom-Boakye, e una proiezione a tre canali di Akomfrah. 
In home: Lynette Yiadom-Boakye 
In alto: John Akomfrah, courtesy Lisson Gallery

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