01 marzo 2014

Il primo appuntamento da Ministro di Dario Franceschi è con L’Aquila. Che “tra cinque anni tornerà a vivere”

 

di

Giuseppe Stampone, Saluti da L'Aquila
«So che che non si può ricostruire questo centro storico così meraviglioso solo con l’impegno delle risorse locali o con regole di ordinanza. La nostra sfida ora è quella per un progetto, “L’Aquila Viva”, che permetta alla città di essere riconsegnata in cinque anni al resto del mondo, con gente felice e con una potenzialità turistica enorme». Sono state queste le parole usate dal Ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini nella sua prima uscita pubblica, oggi all’Aquila, dove diverse volte era stato anche il suo predecessore, Massimo Bray. «Un bel museo non serve a niente, ci vuole una città viva», ha ribadito il politico, ma pochissimo fa, sulla sua pagina twitter, è comparso un post con il messaggio: “Palazzo Ardinghelli potrebbe ospitare un museo di Arte Contemporanea con opere chieste in dono a artisti di tutto il mondo per L’Aquila Viva”. 
Insomma, anche in questo caso le parole sono belle, di conforto. Agli aquilani che hanno lamentato problemi di ogni genere e sorta, compreso un panettiere che ha riaperto due anni fa, nel centro storico con il quale il Ministro si è fermato a discutere, è stato detto di “resistere”. Per quanto ancora non si sa. O forse 5 anni, che già sono un periodo lunghetto, visto che proprio tra poche settimane sarà il quinto anniversario del devastante sisma. Soddisfazione è invece arrivata dal sindaco del capoluogo d’Abruzzo, Massimo Cialente, che ha parlato di un «necessario ritorno dell’Aquila tra le vertenze nazionali». 

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