14 dicembre 2016

Italia a pezzi, e recuperata. Il MIBACT continua la cernita dei beni culturali travolti dal sisma di Marche e Umbria

 

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Quest’oggi sono quasi 30 le opere recuperate da MiBACT, con Vigili del Fuoco e Carabinieri, e l’assistenza dei restauratori dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, in provincia di Macerata. Dalle terre del sisma, a settimane di distanza, prima che le temperature scendano definitivamente in picchiata, si continuano a raccogliere pezzi di un’Italia sbriciolata, fatta di tele e telette, tempietti lignei, crocifissi, come in questo caso: dalla chiesa dei Santi Gregorio e Valentiniano a Caldarola anche una preziosa pala di Gian Andrea De Magistris, capostipite di una fortunata dinastia di pittori attivi a Caldarola e nelle Marche dal XVI al XVII secolo; due grandi teleri alla maniera veneta, dipinti con il martirio di Sant’Orsola e il Martirio di Sant’Agata, opere di un artista locale influenzato dalla pittura romana del Seicento.
Sembra poca roba, rispetto alla grandiosità di piazze, palazzi, ville e chi più ne ha più ne metta, ma anche questi esempi contribuiscono al patrimonio di un Paese – o almeno di un pezzo – che forse non sarà del tutto perduto. Le opere sono state trasportate e ricoverate nel deposito della Mole Vanvitelliana di Ancona per gli opportuni controlli e gli interventi necessari alla loro conservazione. E ancora una volta, nel tornare su questi fatti, è che alla Mole Vanvitelliana – in questo caso – non vengano abbandonate. 

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