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Si parte domani, dalle Tese dell’Arsenale: una struttura di legno di castagno alta più di sette metri, mobile e trasformabile, ormeggiata su un pontile galleggiante, navigherà per tre giorni, sostando in vari punti della Laguna di Venezia: Arsenale, Giardini, Punta della Dogana, Bacino di San Marco, Zattere, Giudecca, Fondamenta Nove.
Ecco la Montagne de Venise, il nuovo progetto di Yona Friedman con Jean Baptiste Decavèle – a cura di Chiara Bertola e Giuliano Sergio – alla loro terza volta sul territorio italiano, dopo il Vigne Museum per l’azienda friulana Livio Felluga e No Man’s Land – terra di tutti, realizzato a Loreto Aprutino.
Ma perché Yona Friedman ha voluto costruire una montagna a Venezia? Per innescare un processo che vada verso un’azione architettonica partecipata, per attivare nuove dinamiche urbane attraverso l’ironia e la consapevolezza.
E infatti costruire una montagna significa cambiare il paesaggio, modificare la visione che si ha di un luogo, permettere un nuovo punto di vista su quanto ci circonda. E il punto di vista, anche stavolta, sarà quello della cittadinanza veneziana, chiamata a rispondere e a proporre questioni e soluzioni sulle proprie tipicità, e sulle numerose problematiche che l’affliggono. Una montagna, insomma, per costruire anche una nuova città, seguendo l’indole veneziana per eccellenza: la tradizione teatrale, giocosa e carnevalesca.
L’ormeggiamento temporaneo, il 1° ottobre, sarà all’interno dell’Arsenale, mentre la “montagna” prenderà poi di nuovo forma nel cortile dell’Accademia di Belle Arti cittadina, e il 29 settembre l’evento sarà illustrato dai curatori nell’ambito del convegno internazionale “Re-cycle Italy” allo Iuav, mentre il giorno successivo a Como, organizzata dalla Fondazione Antonio Ratti, una tavola rotonda dove artisti, urbanisti, imprenditori e critici d’arte si confronteranno su La Montaigne, mentre tutto l’aspetto social e web dell’operazione sarà trasmesso da NOW Radio, trasmesso in streaming dalla piattaforma RAMlive.
Promosso e coordinato da Zerynthia Associazione per l’Arte Contemporanea e realizzato in collaborazione con la Fondazione Querini Stampalia, IUAV, Accademia, e con il supporto del Conservatorio, Dena Foundation, EuroprogressGroup, Livio Felluga, Bevilacqua La Masa, Fondazione Ugo e Olga Levi onlus, Fondazione Antonio Ratti, Palazzo Grassi – Punta della Dogana, Re-Cycle Italy, Università di Udine, Wake Forest – University Venice Campus, c’è però un’altra novità sulla coppia dell’architettura più utopica del mondo: il quarto progetto Friedman-Decavèle si terrà in Sardegna, in collaborazione con Decamaster/Università di Sassari.