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Nato nel 1941 a Seoul, dominata all’epoca dal Giappone, Toyo Ito è forse uno dei più grandi progettisti viventi del Sol Levante: Good Design Award nel 2001, il Leone d’oro alla Biennale d’architettura di Venezia nel 2002, Medaglia d’oro del Royal Institute of British Architects, nel 2006, nel 2013 ha inoltre ottenuto il Pritzker Architecture Prize.
Laureatosi in architettura all’Università di Tokyo nel 1965, fondatore dello studio Urban Robot, ha realizzato, tra l’altro, la sede Tod’s di Tokyo, ha lavorato come professore associato anche alla Columbia e alla Tokyo University. Domani avremo l’onore di poterlo ascoltare, dalle 11.30 alle 13, in incontro pubblico al MAXXI, per parlare dell’architettura del futuro in occasione della mostra “The Japanese House. Architettura e vita dal 1945 a oggi”, che fino al prossimo 26 febbraio omaggia la cultura della casa giapponese, e che tra i pezzi in scena vede anche la ricostruzione in scala reale di uno dei progetti più iconici dell’architetto: la White U del 1976 (sopra). Un’occasione speciale per raccontare i temi del progettista che ha dichiarato: “Penso all’architettura come a un capo di abbigliamento con cui avvolgere gli essere umani”.