16 aprile 2019

L’immagine da conservare. A Roma, si parla del rapporto tra fotografia e archiviazione

 

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Si rinnova l’appuntamento con il convegno “Arte e Impresa” promosso da Minerva4Art con l’obiettivo prioritario di generare un dialogo tra pubblico e privato sul tema dell’arte, della cultura e della valorizzazione. Dopo la prima edizione, ospitata a gennaio dello scorso anno al MAXXI, la seconda si svolgerà questa mattina a Roma, nella sala conferenze dell’ENIT, Agenzia Nazionale del Turismo, in via Marghera 2, dalle 9.30 alle 17. Tema della discussione sarà “Scrivere con la luce. La fotografia tra arte, storia e documento”. 
Più nello specifico gli interventi punteranno a chiarire lo spinoso tema dell’archiviazione, conservazione e valorizzazione dei documenti fotografici in un’epoca come la nostra in cui si producono molte immagini delle quali però spessissimo non resta traccia. Com’è noto uno dei problemi che da tempo affligge gli archivisti è quello dell’obsolescenza tecnologica. Se da un lato gli archivi non riescono a rispondere adeguatamente all’avanzamento tecnologico, dall’altro la tecnologia, nel suo inarrestabile avanzare, produce memorie effimere, incapaci di lasciare tracce coerenti e consistenti del presente. Un problema che riguarda gli atti, le corrispondenze, ma anche la fotografia, sempre più digitale e sempre meno cartacea. 
Vicenda tutta contemporanea dietro la quale si cela una grande contraddizione, sagacemente sintetizzata da Ferdinando Scianna: «Non si sono mai fatte tante fotografie come oggi, ma forse non si è mai saputo meno perché si fanno». Un presente drammatico, opposto a quel futuro auspicato per la fotografia da Baudelaire nel 1859, vale a dire ai suoi albori: «[La fotografia] salvi dall’oblio le rovine pericolanti, i libri, le stampe e i manoscritti che il tempo divora, le cose preziose la cui forma va scomparendo e che esigono un posto negli archivi della memoria». 
Il convegno, evidentemente rivolto a molteplici professionisti, dai fotografi agli archivisti, dagli storici agli informatici, ambisce a rendere nota e ad analizzare in profondità questa desolante situazione offrendo, spunti di riflessione e soprattutto possibili inversioni di rotta affinché l’immagine del presente non si consumi con la stessa velocità delle memorie dei nostri smartphone. Abbiamo chiesto a Fabiana Ciafrei e Daniela Feudo, responsabili di Minerva4Art, di raccontarci le linee programmatiche del loro progetto. 
Arte e Impresa è il format che avete ideato per ragionare insieme alle istituzioni pubbliche e l’imprenditoria privata sulle tematiche dell’arte, della cultura e della valorizzazione. Come nasce e quali sono gli obiettivi culturali e strategici di Minerva4Art? 
«Minerva4Art nasce da una passione e da un’esperienza maturata in settori diversi nel mondo dei Beni Culturali e da una visione imprenditoriale del sistema cultura. Il nostro primo obiettivo è quello di sensibilizzare la coscienza dei privati a una gestione attiva e dinamica dei loro patrimoni, e per questo motivo offriamo loro una serie di servizi integrati in ambito di Patrimoni Culturali. Inizialmente ci siamo focalizzate sulle Corporate Art Collection sebbene in Italia non sia un concetto particolarmente diffuso. Successivamente attraverso il lavoro sul campo ci siamo accorte che l’idea è molto più estesa e occorre parlare di patrimonio culturale aziendale, poiché i beni di un’azienda non sono solo tutto ciò che può essere classificato come collezione, ma anche gli immobili storici, gli archivi fotografici e documentali, gli oggetti che appartengono alla loro stessa storia aziendale». 
Questo secondo anno il convegno è intitolato “Scrivere con la luce. La fotografia tra arte, storia e documento”. Perché guardare al mondo della fotografia con un interesse particolare sull’archiviazione, conservazione e valorizzazione? 
«Oggi gli archivi fotografici sono al centro di un grande dibattito culturale, soprattutto il mondo pubblico si è attivato con tutta una serie di iniziative e grandi progetti per la diffusione di una cultura della loro conservazione. Ci sembrava quindi opportuno creare un momento di incontro e dibattito per capire le possibili strategie per la tutela e la valorizzazione di questi patrimoni, posto che la fotografia è uno dei grandi temi culturali che unisce il mondo pubblico e privato». 
Quali sono gli argomenti sui quali verterà il convegno e chi sono gli ospiti? 
«Il convegno è suddiviso in tre momenti diversi, il primo è il più generico ed è dedicato alla presentazione degli archivi corporate, il secondo affronta il tema della conservazione e valorizzazione attraverso l’uso del digitale e nel terzo si parla dell’aspetto tecnico del restauro fotografico. Gli ospiti che partecipano provengono da diversi settori, abbiamo grandi aziende italiane, istituti di ricerca, enti pubblici». 
Minerva4Art è una giovane realtà che inizia ad affacciarsi nel panorama culturale e nazionale con una serie di collaborazioni e partnership di rilievo. Quali sono i vostri programmi per il futuro? 
«Dopo un’esperienza maturata nel settore privato quest’anno abbiamo raggiunto la nostra prima collaborazione con un ente pubblico. Ci stiamo occupando infatti della sistematizzazione e catalogazione dell’archivio fotografico e del patrimonio culturale dell’ENIT. Ma la vera novità è il progetto a cui stiamo lavorando insieme ad un ente di certificazione svizzero per la creazione di uno standard di gestione per la tutela dei patrimoni culturali dei privati. Parliamo di un modello che, partendo dallo stato dell’arte in materia ministeriale sulla gestione dei beni culturali, è stato sviluppato attraverso il lavoro sul campo fatto nel mondo corporate. La stesura della certificazione di qualità è in chiusura e verrà presentata sul mercato a breve». (Carmelo Cipriani)

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