23 ottobre 2018

Londra fuori dall’ombra. Da Gilbert&George a Damien Hirst, british art a Palazzo Zevallos

 

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La nebbia è fitta e piena di luci e, talvolta, anche di voci. “London Shadow” è la mostra polifonica, a cura di Luca Beatrice, in cui sedici artisti dall’accento molto british, cioè Gilbert&George, Damien Hirst, Jason Martin, Ian Davenport, Marc Quinn, Julian Opie, Tracey Emin, Sam Taylor-Wood, Sarah Lucas, Gavin Turk, Mat Collishaw, Darren Almond, Martin Creed, Liam Gillick, Gillian Wearing, Douglas Gordon, raccontano la rivoluzione dell’arte inglese. La mostra, scandita da 23 opere tutte provenienti da collezioni private, è allestita negli spazi espositivi delle Gallerie d’Italia di Palazzo Zevallos, sede museale di Intesa Sanpaolo a Napoli, e prende ispirazione dal titolo di un opera di Gilbert&George. La coppia più “scorretta” dell’arte che, dagli anni ’70, provoca e scuote la critica e l’opinione pubblica, anticipando la generazione degli YBA-Young British Artists e passando il testimone a Hirst e agli altri terribili. 
Le opere in esposizione parlano di concetti e temi come quelli del femminismo, della sessualità, della distinzione dei ruoli, delle ambiguità, delle contaminazioni della cultura inglese, delle ossessioni, delle paure, delle emozioni, del rapporto tra arte e vita. Arte per tutti o quasi, arte concettuale e non solo, che rompe con il passato e incarna lo spirito di rinnovamento degli anni Ottanta e dei primi Novanta, con le tele di Martin, Davenport, Quinn e Opie, con le serie fotografiche di Almond, con l’installazione minimalista di Gillick, con la scritta di Creed, con le fotografie cieche di Gordon, con gli interventi di Collishaw e Turk, con i neon di Emin e le sculture di Lucas, con l’installazione video di Taylor-Wood, Linguaggi nuovi fanno luce e danno voce, portando Londra fuori dall’ombra e dalla nebbia. La mostra sarà visitabile fino al 1 gennaio 2019. (Danilo Russo)

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