18 aprile 2019

L’ultimo desiderio di Gunther Forg. Aspettando la mostra a Palazzo Contarini di Venezia

 

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Proseguiamo con i nostri approfondimenti sulla 58ma Biennale d’arte di Venezia, che aprirà le porte al pubblico dall’11 maggio, spostandoci di là dall’Arsenale e dai Giardini. Oltre ai Padiglioni nazionali più importanti, infatti, non meno interessanti saranno i tanti progetti collaterali, che contribuiranno a farci perdere l’orientamento tra le calli della laguna. Da segnare sulla mappa è sicuramente Palazzo Contarini Polignac, che ospiterà una grande retrospettiva di Günther Förg, visitabile dall’11 maggio al 23 agosto 2019, a cura di Elisa Schaar e presentata dal DMA-Dallas Museum of Art che, nel 2018, in collaborazione con lo Stedelijk Museum di Amsterdam, ha organizzato una doppia personale, tra Europa e Stati Uniti, dedicata proprio all’artista tedesco scomparso nel 2013. 
Realizzata in stretta cooperazione con l’Estate di Förg e con il supporto di Hauser & Wirth, la mostra di Venezia esporrà oltre 30 opere, per rendere conto del suo percorso ampio e variegato, dai dipinti alle sculture. Alcuni suoi lavori furono esposti già alla 45ma Biennale, nel 1993, nell’ambito della mostra “Il Viaggio verso Citera”, ma “Förg in Venice” realizzerà il desiderio dell’artista di esporre durante la Biennale con una personale, un sogno rimasto incompiuto. «Dopo l’importante mostra del Dallas Museum of Art, siamo lieti di presentare il lavoro di Günther Förg al pubblico internazionale di Biennale Arte 2019, coinvolgendo nuove generazioni mondiali nello stesso modo in cui l’operato dell’artista ha influenzato la storia dell’arte per generazioni», ha dichiarato Agustín Arteaga, Direttore del DMA. 
Nato nel 1952 a Füssen, in Germania, Förg è uno dei più significativi artisti tedeschi della generazione del dopoguerra, noto per il suo stile sperimentale e provocatorio. Mediando tra le tradizioni pittoriche e concettuali dell’Astrattismo, dell’Espressionismo e del Minimalismo, da Edvard Munch a Barnett Newman, interessato alle diverse declinazioni dell’architettura e dello spazio moderni, Förg ha sfidato i limiti dei linguaggi e ne ha criticato le modalità espressive. Dal suo primo viaggio in Italia, nel 1982, scaturì la sua nota serie di fotografie sugli edifici di rilevanza culturale e politica, dai monumenti italiani alle costruzioni Bauhaus di Tel Aviv. Attraverso la fotografia, Förg riuscì a esplorare la relazione tra arte, architettura e interventi spaziali, un tema ricorrente in tutta la sua produzione che la mostra di Venezia metterà in risalto. 
“Förg in Venice” presenterà questo poliedrico artista sotto una nuova prospettiva, giocando anche con l’architettura di uno dei più importanti edifici del primo Rinascimento di Venezia, la cui iconica facciata in marmo richiama il classicismo toscano. Ritendendo l’allestimento come parte dell’opera d’arte, Förg dipinse sulle pareti delle gallerie e usò porte e finestre come elementi integranti. La mostra a Palazzo Contarini Polignac si svilupperà in un allestimento d’atmosfera, con le opere – dagli Spot Painting risalenti all’ultimo periodo fino ai dipinti minimalisti, passando per gli schizzi preparatori e le sculture in bronzo – che abiteranno un contesto intimo e privato, evocando una malinconia e un romanticismo raramente associati alla poetica di Förg. 
In alto: Günther Förg at the opening of his exhibition at the Kunstverein Hannover 1995. © Estate Günther Förg, Suisse / VG Bild-Kunst, Bonn 2019. Courtesy Estate Günther Förg, Suisse and Hauser & Wirth

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