21 febbraio 2011

Madre nel caos, a Napoli lascia il Cda della Fondazione Donnaregina

 

di

Oberdan Forlenza, presidente dimissionario della Fondazione Donnaregina

Le dimissioni
più famose del momento, c’è poco da fare, sono e restano quelle di Claudio
Ranieri da allenatore della Roma. “Lascio per dare una scossa alla squadra”, ha
dichiarato il tecnico: e qui finiscono le affinità con ben altre dimissioni, certamente
più interessanti per chi segue Exibart. Ovvero quelle del Cda della Fondazione
Donnaregina, come dire del Museo Madre di Napoli.

Una decisione
giunta al culmine di un confronto che è stato lungo e aspro fin da subito,
quello fra il museo – dirigenti e soprattutto direttore Cicelyn – e la nuova
giunta uscita vincitrice dalle elezioni amministrative dello scorso anno. Dimissioni
che probabilmente segneranno una vera svolta, visto che il Cda finora si era
eretto a difensore di Cicelyn in tutte le sue battaglie, contro una nuova
situazione politica che voleva e vuole vederci chiaro in una gestione finora sostenuta
anche dall’ex presidente Bassolino.
La decisione
si legge fra l’altro nel comunicato della fondazione – è maturata a seguito di
una nota del Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, pervenuta nella
sede della Fondazione a mezzo fax nella tarda serata del 15 febbraio, con la
quale si davano per acquisite dimissioni non ancora formalizzate, enunciando
con enfasi la necessità di procedere al più presto alle modifiche dello Statuto
respinte dal Cda e però ritenute dal Fondatore imprescindibili per garantire il
futuro del museo Madre
”. Al centro dell’ultima contrapposizione, anche se non
emerge chiaramente dal documento, la possibilità di ricevere finanziamenti
privati: “per senso di responsabilità e in coerenza con la dignità del ruolo
finora ricoperto il Presidente Oberdan Forlenza, il Vicepresidente Achille
Bonito Oliva e il Consigliere Enrico Santangelo hanno restituito le cariche
nelle mani del Presidente Caldoro con lettera raccomandata inviata il 17
febbraio, evitando in questo modo l’insorgere di un conflitto istituzionale con
la Regione Campania
”.
Che succederà ora? Staremo con le antenne alzate: intanto fa riflettere il
fatto che la fondazione tiri una sorta di bilancio del proprio operato, vantando
– fra l’altro – che “l’anno appena concluso ha consegnato alla città un museo
di oltre 76mila visitatori
”. Ma il Madre non fa che ripetere ai quattro venti
di essere un museo del livello delle più grandi istituzioni internazionali? E
come “bottino”, in una grande città come Napoli, con investimenti record in
Italia, una location a tre passi dalla stazione e a due dal Museo Archeologico
più importante e frequentato d’Italia, non riesce a portare a casa che 76mila
visitatori all’anno, cosa che musei importanti fanno in un mese? (marianna agliottone) 

[exibart]

 

17 Commenti

  1. Ecco le cifre dei visitatori nei due musei più importanti di Napoli nel 2010:
    1) Museo Archeologico 288148
    2) Museo Capodimonte 118204
    Fa scandalo che il Madre abbia 76 mila visitatori o che ne abbia solo meno di 50mila rispetto a Capodimonte? Cioè in una città come Napoli, che non è Roma, Venezia o Firenze, una città che ha meno di 2 milioni di turisti all’anno (quando va bene), è un clamoroso successo il Madre o un clamoroso flop Capodimonte?

  2. E sì che non riesce a portare più di 76.000 visitatori l’anno. Io non so chi ha scritto l’articolo da dove viene ma costui non saprà che il MADRE sarà pure vicino alla metropolitana e alla stazione ma che queste zone sono non proprio il top della città. Il problema è semmai altro. Ovvero che Napoli ha un problema gravissimo di cultura intesa come scolarizzazione e non ci si può affidare unicamente ai turisti che in genere a Napoli sono di passaggio (uno-due giorni vale a dire Museo Archeologico o Capodimonte e centro storico) e poi vanno altrove. Io sono certa che la gestione -visti i fondi- è stata poco chiara ma è da dare atto che il museo in questi anni ha svolto un grande ruolo nel suo settore. Sinceramente voglio sperare, da cittadina campana, che l’obiettivo sia migliorare quanto già fatto perché in verità l’impressione che si ha è che il Presidente Caldoro serva più gli interessi di coalizione che quelli della sua terra. Per la cultura come per il resto.

  3. Il Madre non ha mai visto una curatela decente, Napoli non ha mai goduto di una mostra discorsiva nella scelta delle opere e dei temi trattati, project room a parte, le mostre del Madre sono dei pacchetti ( anzi sacchetti ) in cui buttare via budget.
    Codognato è indecente, Cicelyn Ridicolo, il sistema di ruoli del Madre una macchina il quale unico scopo è bruciare fondi.
    Non vi è onestà, l’unico intento è intascare profitto sicuro cannibalizzando la stessa istituzione della quale si fà parte.
    Spero che il Madre chiuda, che i dirigenti vengano indagati e che qualcuno abbia la forza e volontà per riprendere in mano onestamente le possibilità di questa istituzione

  4. Donatella, la cultura non si fa sempre e comunque con i soldi. In Italia non si vive di cultura, ma ci si nutre con la cultura. E’ questo il guaio! Si spende tanto in cultura ma la stragante maggioranza della popolazione è ignorante in materia. La colpa di tutto questo, è proprio della cricca di direttori, curatori, critici, cicisbei e ciambellani al servizio della Corte Politica.

  5. Il problema del museo Madre, non è tanto sostiuire il curatore o i vari dirigenti, ma quello della chiusura, definitiva di questo ed altri (musei cimiteri), sparsi in Italia. I cosiddetti luoghi della cultura mercantesca, dove si fa la mostra all’amico dell’amico, in cui la casta politica del Palazzo, trova consenso politico. Musei che si configurano alla stregua di (ospedali), in cui il nominato (curatore), fa il medico di turno per guarire il catafalco vivente: le opere feticcio, da conservare con la naftalina in collezione. Gli gli artefatti mortiferi, privi di ogni connotazione spirituale e sociale. Il museo, così come è inteso oggi, non ha nessuna ragione di sopravvivere, in quanto distante e separato da ogni istanza di realtà individuale e collettiva. A mio modesto parere, credo che occorra un nuovo atteggiamento culturale nei confronti dell’arte e della cultura che è, purtroppo tutto da inventare. Ciò, servirebbe per uscire da questa palude stagnante e torbida; per andare oltre questa mortifera arte nichilista, autorefenziale e inconcludente. Continuare a ostinarsi a non capire che questo modello culturale museale, ha perso da tempo, la sua funzione sociale, significa ancora perpetuare sprechi di risorse pubbliche. La nuove istanze culturali, ormai le possiamo trovare nei nuovi social network (la rete della rivolta) che raccoglie, sistematicamente, ogni istanza creativa, culturale, sociale e politica. Da non confondere con la netart, computerart ed altre espressioni linguistiche della rete. Un numero sempre maggiore di bravi artisti, appoggiati da un numero sempre più numeroso di persone, s’impegnano quotidianamente, con entusiasmo, direttamente e fisicamente in progetti d’arte e azioni culturali, tralasciando le masturbazioni mentali degl’ artisti e curatori, all’interno di musei d’arte contemporanea. Molti artisti che operano al di fuori di questi musei moribondi, assieme a tante persone comuni, occupano gli spazi urbani e gli spazi virtuali della rete, in sinergia con le giuste rivendicazioni culturali e sociali di nuovi soggetti civici e comitati di lotta urbana. Penso che proprio questo nuovo dinamismo creativo e sociale, possa essere la chiave di volta che offrirà alla società le nuove coordinate estetiche e simboliche, per un nuovo radicale linguaggio dell’azione e dell’agire individuale e collettivo, che unirà insieme arte-vita-società. In fondo non era proprio questa la prospettiva ideale delle avanguardie storiche dell’inizio del secolo scorso?

  6. Ha ragione Donatella è un problema di scolarizzazione, se non si comincia a inculcare la conoscenza (Cultura sembra una parola troppo grossa) sin da bambini poi non si fa più. E ha ancora ragione quando precisa che l’ubicazione del Madre non è proprio “felice” in una zona degradata così come Capodimonte che è in CAPO AL MONDO (ho aspettato 40 MINUTI un taxi chiamato al telefono!!!. In quanto ai dati dell’affluenza non credo ai 70.000 del Madre nè ai 118.000 di Capodimonte perchè tutte le volte che sono andato (vivo a Roma) erano deserti, a Capodimonte non vi é (giustamente) neanche un ristorante e puoi mangiare solo un “fetente” panino (con quei 4 gatti fallirebbe subito!). Non credo a quei numeri riferiti ai PAGANTI delle mostre (non INVITI, OMAGGI o ingressi per FESTE e FESTINI al MADRE o altro) perchè quelle che costano cifre SPROPORZIONATE sono le mostre (e ne sanno qualcosa gli artisti, curatori etc con quello che si mettono in tasca che invece legherei ad una percentuale sui biglietti venduti. E allora SO CAZZI!!!). E’ necessario quindi sia un tessuto sociale locale, sia una promozione forte per convogliare i turisti, ma anche una gestione privata che faccia quadrare i conti che oggi sono a carico dei cittadini IGNARI!!! Spero che Caldoro faccia una gara di appalto per la gestione del Madre e degli altri musei che comunque mi sembrano troppi (l’arte contemporanea a Napoli (grazie a Bassolino che è diventato un grande collezionista) è SUPER INFLAZIONATA con TRE GIGANTI come Madre, Capodimonte e Archeologico cosa che non si vede nè a Londra nè a Parigi nè a Roma che hanno dimensione, flussi turistici, livello medio scoio-economico-culturale ect. ben diversi rispetto alla BELLA Napoli

  7. Cari Amici,è stato smantellato il primo fortino! Bene>!Ma ora perhè qualcuno non prova a domandarsi realmente dove sono finiti quel mare di soldi spesi per far diventare il Madre così internazionale?
    Dove Guardare per capire?
    Usiamo il cervello e scopriamo il terzo incomodo,il convitato di pietra!
    Ma signori nessuno cita la SCABEC ed i suoi soci :Le 12 società private sono: Pierreci Codess Coopcultura Soc.Coop./Venezia, Mondadori Electa S.p.A/Milano, Le Nuvole Soc.Coop./Napoli, Pa.Co. Pacifico Costruzioni S.p.A/Napoli, Ing. Sergio Fiore S.r.l/Napoli, Edil Atellana S.c.a.r.l/Orta di Atella – Caserta, Gamba Service S.p.A/Bologna, La Nuova Lince S.r.l/Napoli, Cosmopol S.r.l/Avellino, I.V.R.I/Salerno, Lavoro & Giustizia S.c.a.r.l/Caserta, La Vittoria soc. Coop./Benevento.
    Perchè direte voi cosa c’entrano colla dissipazione dei contributi ricevuti?
    Semplice ,prendiamo ad esempio Electa,la casa editrice ha pubblicato tutti i cataloghi delle mostre senza fare una gara!!!! E perchè ?
    Forse se fosse stata una società seria avrebbe esperito gare pubbliche ed ottenuto risparmi in termini di costi e vantaggi in termini di qualità! Basta comprare i cataloghi di tutte le mostre e costruire una griglia inserendo chi ha allestito,chi ha trasportato,chi ah fatto i lavori e cosi via……think,think

  8. Voglio suggerirvi un QUIZ!!!
    CHI ORIGLIA ALLA MIRAGLIA?
    è Noto che la novella assessora Miraglia ai Musei non conosca minimamente il mondo dell’arte contemporanea ,provenendo dal mondo Universitario ma di Estrazione Economica.
    Allora chi origlia i nomi alla Miraglia?
    Attendo proposte……poi dirò la mia!

  9. Cosa aspetta la magistratura ad intervenire in questo scandalo del Madre: un magna magna continuo, che non ha niente a che fare con l’arte?

  10. Per cortesia, vorremmo sapere quanti visitatori in un anno contano i prestigiosi musei italiani:
    Castello Rivoli
    Mart di Rovereto
    Mambo Bologna
    Maxxi Roma
    Macro Roma
    Vorremmo poi sapere in queste città quanti turisti mediamente arrivano

    Poi vorremmo che si spiegasse che il Madre è collocato tra Sanità e Forcella (due quartieri davvero poco raccomandabili della città), in una stradina dove non c’è altro che il Museo e dove ad oggi i tre palazzi intorno alla sede museale sono ancora in ristrutturazione e disabitati.
    Tra i meriti di questo museo bellissimo è anche quello di essere un vero e proprio presidio di civiltà e di socialità

    Per quanto riguarda i costi e le spese poco chiare, conoscete un altro museo italiano che abbia messo in rete tutti i suoi dati economici e finanziari, ragionati e spiegati, degli ultimi 3 anni di esercizio?

  11. Resto sconvolto sentire quanti visitatori ci possono essere nei musei italiani e soprattutto quanto pagano. I musei non possono guadagnare soldi di visitatori e turisti, ma quello che in realtà non possono permettersi, è anche buttare via denaro pubblico. Chi vuole i musei se li paghi con le proprie tasche.I musei d’arte contemporanea, secondo una visione democratica e non di stampo sovietico, dovrebbero essere indipendenti, sia nella gestione economica che nella proposta culturale. Questi Musei d’arte contemporanea, come sostiene Savino Marseglia, sono fortezze che puzzano di morte, distanti e separati dalle istanze culturali e sociali della gente. Non assolvono nessuna funzione educativa per migliorare e aumentare le conoscenze artistiche e culturali. Dietro questi musei c’è troppi interessi politici di persone che non amano veramente l’arte e la cultura, se non la comoda poltrona e il proprio tornaconto personale. Viviamo il tempo dei “faraoni”, tra trame, liti, interessi e miseria umana. Non c’è futuro per la gente comune, e questi “faraoni” che gestiscono l’arte e la cultura, continuano ad offrire al pubblico, come sostiene Savino, nient’altro che lo spettacolo dei “catafalchi viventi”.

  12. evviva, finalmente, non se ne poteva più di questo scempio sotto gli occhi di tutti.
    chiudiamo una pagina oscura per l’arte italiana e una ennesima vergogna per Napoli

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