07 giugno 2012

Metti insieme una fabbrica abbandonata in Ucraina, una Fondazione e galleria Continua. Quello che esce è un progetto che si preannuncia una meraviglia. Leggete qui

 

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C’è un nuovo progetto tra due grandi realtà, che promette fin da ora di far parlare di sé, se non altro per la collaborazione tra i diretti interessati e i primi protagonisti di questa avventura. Stiamo parlando di galleria Continua che dal prossimo luglio (il 7 per la precisione) inizierà un rapporto quinquennale con la Fondazione IZOLYATSIA di Donetsk, in Ucraina.
Un Paese che evidentemente, nonostante tutte le critiche alle sue “acerbe” velleità artistiche, si prepara, anche in questo caso, ad abbracciare tutto il contemporaneo di una delle più importanti gallerie del mondo che aiuterà la fondazione a ripopolare e, gradualmente, a trasformare lo spazio industriale sede di IZOLYATSIA, una ex fabbrica di materiali isolanti, coinvolgendo gli artisti in un dialogo con l’energia e l’atmosfera del luogo.
Smessa nel 2009 dalla sua originale funzione di fabbrica, IZOLYATSIA è stata fondata nel 2010 da Luba Michailova, figlia del direttore della struttura, il cui nome è rimasto invariato: questa informazione rende immediatamente chiara la mission: rispettare il retaggio storico del luogo e, contemporaneamente, utilizzarlo come trampolino per trasformazioni culturali e sociali più vaste in una zona del Paese che fatica a scendere a compromessi con il tempo che cambia. Una realtà circostante, anche sociale, non facile, che l’attività culturale di IZOLYATSIA mira a migliorare: la Fondazione ha infatti aperto nei propri spazi un’area curatoriale, “Medpunkt”, per il sostegno e lo sviluppo della scena artistica locale e tenuto una serie di programmi educativi per la collettività cittadina, avviando le prime fasi di un progetto per dar vita ad un vero e proprio “villaggio creativo”. Il gemellaggio con Galleria Continua, dopo la collaborazione con Cai Guo-Qiang, si aprirà con un primo esperimento che avrà come titolo “Where is the time?” ed esplorerà la possibilità di riappropriarsi del tempo ricongiungendo alla vita gli spazi di un luogo mummificato e anacronistico, attraverso la creazione. Kader Attia, Daniel Buren, Leandro Erlich, Moataz Nasr, Hans Op de Beeck e Pascale Marthine Tayou, tutti appartenenti alla scuderia di Continua, saranno i primi artisti ad essere presentati con opere create appositamente per la vecchia fabbrica e che resteranno in permanenza alla Fondazione IZOLYATSIA: Daniel Buren utilizzerà le porte degli edifici, sia di quelli in passato dedicati a funzioni amministrative sia delle ex fabbriche; Hans Op de Beeck ambienterà il proprio mediometraggio “Sea of Tranquility” in una zona dell’ambiente che creerà un netto contrasto tra lo stile raffinato ed estetizzante del contenuto visivo del video e la cruda e grezza natura della fabbrica; Leandro Erlich creerà un’installazione sonora che evocherà la presenza di un treno mentre Pascale Marthine Tayou userà la ciminiera per rendere un omaggio personale alle donne che hanno avuto un ruolo cruciale nella crescita della città di Donetsk.
Il tutto in un giorno simbolico, il 7 luglio, data che in Ucraina segue la notte di Ivan Kupala, il solstizio d’estate, il corrispettivo ortodosso della nostra notte di San Giovanni. Una tradizione che in Ucraina mantiene uno stato di sospensione temporale tra il passato e il futuro, che precede il nuovo raccolto e dunque il nuovo inizio. Un simbolismo quasi scaramantico che celebra il momento sospeso della transizione, che in questo caso è affidata alla grande capacità di Continua di promuoverla in luoghi decisamente fuori dal normale “transito” del contemporaneo, come nel caso della sede della galleria di Le Moulin, e allo stesso tempo di convertire la “periferia” alla fruizione dei processi globali dell’arte.

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