17 gennaio 2019

Palazzo dei Diamanti. A Roma, l’incontro tra Tagliani e Bonisoli, con sorpresa last minute

 

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Alla fine, il vis-a-vis c’è stato. Il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, e il ministro dei beni culturali, Alberto Bonisoli, si sono incontrati oggi, a Roma, nella sede del Mibac, per mettere un punto sulla querelle scaturita dal contestato progetto di Palazzo dei Diamanti. 
L’edificio, tra i monumenti più celebri della città estense e modello di architettura del Rinascimento, è stato oggetto di un concorso internazionale per un progetto di riqualificazione, per tre milioni e mezzo di euro, bandito nel 2017 dal Comune di Ferrara. Ma il progetto vincitore, presentato da un team composto da 3TI progetti, studio Labics, dall’architetto Elisabetta Fabbri e dalla società Vitruvio e che prevede la realizzazione di un nuovo edificio esteso su 660 metri quadrati, ha sollevato un polverone, in seguito alla petizione lanciata da Vittorio ed Elisabetta Sgarbi. Qualche giorno fa, Tagliani aveva indirizzato una lettera aperta al ministro Bonisoli, lamentando non solo la poca attenzione riservata alle sue numerose richieste di incontro ma anche la mancanza di una presa di posizione per arginare le ingerenze di terzi in un procedimento pubblico. Trattandosi di Vittorio Sgarbi, ingerenze è un eufemismo ma di traverso si è messa anche Italia Nostra che, il 15 gennaio, ha inviato un’altra lettera per chiedere il personale intervento di Bonisoli, «Per impedire la costruzione di un ampliamento di circa 500 mq nel cortile interno di Palazzo dei Diamanti, spazio storicamente inedificato e normativamente inedificabile». 
Tra lettere e petizioni, oggi ha finalmente avuto luogo l’incontro e il sindaco ha potuto illustrare al ministro le caratteristiche salienti del progetto, sottolineando in particolare il carattere di reversibilità e congruità del padiglione esterno con gli intenti di tutela e valorizzazione dell’edificio. Da parte sua, il ministro Bonisoli ha assicurato che le decisioni della struttura ministeriale non sono assolutamente influenzate dalle recenti polemiche e dalle manifestazioni di opposti indirizzi evocate da petizioni, articoli di stampa e prese di posizione di varia natura. 
Tuttavia, il ministro ha anticipato al sindaco che il direttore generale Gino Famiglietti invierà a stretto giro un atto di orientamento al quale Cristina Ambrosini, Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, dovrà conformarsi. Ma il tempo stringe, Tagliani ha infatti ricordato che proprio domani, venerdì 18 gennaio, scadranno i termini previsti dalla legge per l’espressione del parere da parte della Soprintendente e si riserva di valutare nel merito gli atti e di trarne tutte le conseguenze, comprese quelle di natura legale. Il sindaco non ha mancato di mettere in evidenza la singolarità di un procedimento del genere, un atto di orientamento del direttore generale che arriva letteralmente all’ultimo minuto, dopo quasi due anni dall’inizio della procedura che, ricorda, era stata istruita d’intesa proprio con la Soprintendenza.

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