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Francois Pinault fa l’italiano? E alla grandeur ci pensa Bernard Arnault, con una nuova grande fondazione per l’arte contemporanea a Parigi. Il patron del gruppo LVMH – una conglomerata che va dalle borsette Fendi agli champagne Moët&Chandon e Veuve Cliquot, da Donna Karan a Marc Jacobs, da Louis Vuitton a Givenchy, a Kenzo, a Celine, a Emilio Pucci…-, eterno rivale di “monsieur Palazzo Grassi” nel primato dell’industria francese, ed anche nelle classifiche degli uomini più ricchi del mondo, ha infatti convocato per lunedì 2 Ottobre, nella sede del gruppo, una conferenza stampa per presentare la Fondation Louis-Vuitton pour la création.
La nuova istituzione d’oltralpe pare nascere con tutte le benedizioni ufficiali, visto che alla conferenza prenderanno parte il Ministro per gli Affari Culturali Renaud Donnedieu di Vabres (a proposito di Donnedieu, non perdetevi la sua intervista sul prossimo Exibart.onpaper di novembre) ed il sindaco di Parigi Bertrand Delanoë. Stando alle indiscrezioni apparse su Le Monde, la location dovrebbe essere quella del Jardin d’Acclimatation al Bois de Boulogne, in un edificio pensato nientemeno che dall’americano Frank O. Gehry, mentre la direzione artistica sarebbe affidata a Suzanne Pagé, brillante direttrice – in scadenza – del Musée d’art moderne de la Ville de Paris. Il caso (a qualcuno sembra un caso?) vuole che il Ministro Donnedieu di Vabres abbia programmato di conferire, il giorno successivo, l’onoreficenza di Comandante nell’Ordine delle Arti e delle Lettere alla Pagé, e quella di Cavaliere della Legion d’Onore a Frank Gerhy… E le malelingue già sibilano che il governo di Parigi abbia voluto premiare con una legittimazione istituzionale il miliardario che a differenza del concorrente Pinault ha voluto investire in patria le proprie risorse.
Certo attualmente la collezione Arnault non è, secondo il parere degli specialisti, in grado di rivaleggiare con quella di Pinault, anche se la sede di LVMH e l’Espace Louis-Vuitton degli Champs-Elysées (inaugurato con una magniloquente performance di Vanessa Beecroft) presentano ottimi pezzi d’arte contemporanea, da Yves Klein a Matthew Barney, a Doug Aitken. Ed anche la famosa Ballata di Trotski di Maurizio Cattelan, acquistata nel maggio 2004 per 2,1 milioni di dollari, forse per fare un dispetto proprio a François Pinault, interessato all’opera.
Tutti i dettagli sulla nuova fondazione per l’arte? Martedì, su Exibart.
[exibart]