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A settembre si discuterà di collegamenti ferroviari e alta velocità. Già, perché è ben risaputo che avere perfetti siti culturali in mezzo al deserto non è poi così utile, anche perché quel famigerato pubblico ha bisogno di arrivare alla sua destinazione del cuore, del proprio viaggio, della mente, con la minore fatica possibile.
Parliamo di Pompei, che dopo il grande lavoro all’interno del sito vede il problema di quella che viene definita la “buffer zone”, ovvero di quello che sta fuori dall’area archeologica, e che manca di infrastutture, servizi e affini.
Che sono stati però vagliati, in parte, dal Mibact, e dei quali se ne tornerà a parlare nei prossimi mesi.
La riunione del Comitato di Gestione del Grande Progetto Pompei, a cui hanno partecipato tutti i sindaci dell’area e le istituzioni coinvolte nell’istituzione, ha tracciato per ora tre strade principali su cui intervenire: il miglioramento delle vie di accesso e di interconnessione ai siti archeologici, il recupero ambientale dei paesaggi degradati e compromessi, la riqualificazione e rigenerazione urbana. L’alta velocità, in realtà, sarebbe poi solo la ciliegina sulla torta, se da Napoli qualcosa funzionasse un po’ di più. Speriamo, e attendiamo proposte.