09 maggio 2013

Tabella H come “Hospital”. E Antonio Presti rinuncia agli 80mila euro della Regione Sicilia per Fiumara d’Arte, in un atto contro il sistema politico

 

di

Antonio Presti

Impossibile accettare un “obolo” che secondo il fondatore di Fiumara d’Arte Antonio Presti rappresenta tutta l’incapacità della politica italiana di assumersi la responsabilità di un cambiamento vero.
«Non è un attacco al politico, ma alla politica. Non un attacco “ad personam”, ma ad un sistema che non tratta la cultura col rispetto che merita, tagliandole i fondi, anziché tagliare le clientele. Ignorando così una storia del fare come quella di Fiumara d’Arte e di tante altre realtà culturali siciliane d’eccellenza» spiega Presti. Che rinuncia alla cifra stanziata per il suo grande progetto e chiama la tabella H “Hospital”, emblema di un modello di trattare la cultura come l’ultima ruota del carro del Belpaese.
«Il fare cultura non può essere dibattuto assieme a una cloaca di clientele e di politiche scellerate che ogni anno trova il suo trionfo tra le 3 e le 5 del mattino, durante il dibattito sulla finanziaria che si svolge all’Ars. Visto che il potere non si assume la responsabilità di concepire una vera politica culturale che consenta una pianificazione almeno triennale delle attività, Fiumara d’Arte si tira fuori. Se la politica non elimina il mortificante strumento della Tabella H, c’è una politica culturale che la Tabella H non la vuole più’ riconoscere! Quindi,rinuncio al finanziamento e chiedo il rispetto della cultura e di un principio di meritocrazia, continuamente mortificato dalle logiche del potere». 80mila euro in meno ma un esempio a dir poco coerente da seguire, e che rinnova la posizione di “frontiera” di Presti, che già poche settimane fa aveva rifiutato il posto di Assessore alla Cultura della Regione Sicilia, nonostante le attenzioni del governatore Rosario Crocetta.
«Spero che in merito alla Tabella H  il commissario dello Stato prenda provvedimenti. Mi auguro che venga riconosciuto alla Fiumara d’Arte il merito di avere contribuito in oltre trent’anni di attività e di semina della Bellezza alla rivalutazione del territorio dei Nebrodi e di Librino a Catania e all’educazione delle nuove generazioni ai valori della cittadinanza attiva, basata sull’epica e sul rispetto» chiude Presti. Auspicando che chi di dovere agisca.

2 Commenti

  1. Condivido totalmente la posizione di Antonio Presti che dovrebbe essere seguita da tutto il mondo dell’arte (editori, galleristi, artisti, critici, collezionisti etc.) che dovrebbero rinunciare ai SOLDI DELLA POLITICA che tolgono il diritto di contestazione! Un contributo degli operatori culturali contro i CONTRIBUTI deli politici alla cultura, penosa operazione li LAVANDERIA DELLA COSCIENZA!!!

  2. Per essere veramente corretto dovrebbe ritornare alla regione tutti i contributi avuti gli anni precedenti con la famosa tabella H…. altrimenti solo propaganda e niente altro…

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