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Nato nel 1966, in Libano, è Akram Zaatari il secondo protagonista del ciclo Fragments dedicato all’architettura, alla Britisch School at Rome, e curato da Marina Engel.
The Archaeology of Rumour è invece il titolo di questa nuova esposizione, dove l’intervento è incentrato sul tema della lettera in tempi di guerra. Già, le famose lettere dei soldati, quelle delle famiglie; quei documenti che sono andati perduti, ritrovati, che sono stati nascosti, riscoperti o consegnati terribilmente in ritardo. Frammenti di storia, e storie, che divengono soggetto e forma in molti lavori dell’artista (stasera introdotto da Ludovico Pratesi), che nel 1997 ha co-fondato, con altri artisti, l’Arab Image Foundation, un’organizzazione innovativa dedicata alla ricerca e allo studio della fotografia nella regione e che, nella sua carriera ha realizzato oltre 40 video, e partecipato a dOCUMENTA13 nel 2012 e alla 55esima Biennale di Venezia (Padiglione Libano).
Il frammento, in questo caso la lettera, è usata come metafora per collegarsi al passato e raccoglierne ricordi personali, immagini e testimonianze, provenienti da zone di guerra e dal Libano in particolare.
Un altro modo di fare architettura, dove saranno in scena In this House (2005) sul dissotterramento di una lettera e Letter to a Refusing Pilot (2013) rivolto a un ex pilota israeliano.
Studi in architettura Zaatari permette di scoprire, con la sua pratica poetica, le sfumature tra le versioni ufficiali dei fatti e la realtà degli avvenimenti, raccontati e ricostruiti in modo del tutto personale da chi li ha direttamente vissuti. Appuntamento alle 18. http://www.bsr.ac.uk