18 giugno 2019

Tra il Bataclan e lo Stade De France. Today’s Special presenta 1624 di Alessandro Sambini

 

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Siamo a un soffio di vento dall’estate e le temperature sono già piuttosto alte, come le aspettative per questa imminente, bellissima stagione che, tra le altre cose, ci sprona a riconsiderare la nostra forma fisica. E visto che il corpo può essere considerato veramente sano solo se ben accompagnato da una mente sveglia, quale pietanza inserire nella dieta del giorno? Magari un appuntamento con l’arte contemporanea più fragrante, attuale, urgente. Per di più nel piacevole contesto di un fresco giardino, che non guasta mai. È la ricetta di Today’s Special, format ideato e curato da Elena Forin, che trasforma la sua casa di Parma, in via della Salute 43, e gli spazi annessi, in una piattaforma relazionale ed espositiva, dove far incontrare competenze e conoscenze specifiche con la legittima e fervida curiosità dei non addetti ai lavori. 
Tanti i nomi che si sono alternati nelle precedenti edizioni, tra direttori di musei, curatori indipendenti, collezionisti, galleristi, giornalisti, da Giacinto Di Pietrantonio a Lucrezia Calabrò Visconti, da Mascia e Matteo Rossini a Andrea Tinterri. La portata principale, quella che calibra la sapidità della serata, è la ricerca di un artista, invitato a presentare una parte specifica del suo lavoro oppure la complessità del suo percorso. Dopo The Cool Couple e Ryts Monet nel 2017, Daniele Girardi, Cosimo Veneziano ed Elisa Strinna nel 2018, e dopo l’appuntamento invernale a Bassano del Grappa, la prima delle due date estive di Today’s Special è dedicata ad Alessandro Sambini, che mercoledì, 19 giugno, porterà a Parma i lavori legati a 1624, una monumentale performance da compiersi nel corso del 2019. 
Secondo un metodo già sperimentato in passato, Sambini somministrerà l’opera poco alla volta, raccontandola attraverso tappe graduali, per creare un legame profondo tra le persone i temi trattati. In questo caso specifico, l’obiettivo è quello di condividere un momento che ha fortemente scosso e cambiato la storia contemporanea: i primi minuti della partita di calcio tra Francia e Germania del 13 novembre 2015. In corrispondenza del minuto 16 e 24’’, a Parigi, contestualmente all’amichevole, avvenivano gli attacchi terroristici che raggiunsero l’apice con la strage al Bataclan. 
Ricordiamo benissimo quei momenti, che attraverso gli schermi sembravano così surreali, come spesso capita, quando le immagini scuotono il nostro senso del vero e del quotidiano. Che senso può avere ricreare un evento dopo che questo è già avvenuto? Come si percepiscono un’azione o un fatto quando è intervenuto il filtro del tempo? E come possono influire nuove variabili nell’equilibrio complessivo di una situazione? Quanto agisce il contesto nella percezione di un avvenimento? E nello specifico: che ruolo ha il pubblico? Sono le domande aperte dalla performance di Sambini, nato nel 1982 a Rovigo. 
Nello stadio si continuò a giocare, come se in quel rettangolo di gioco il tempo scandito dal cronometro si fosse allontanato da quello della realtà esterna. La frattura tra il Bataclan e lo Stade De France si era aperta. 
In alto: Alessandro Sambini, 1624 (Copione). Courtesy Michela Rizzo

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