10 settembre 2016

Tre ettari di arte sull’eternit. Anzi, eternot. Casale Monferrato si riappropria della sua storia, e Gea Casolaro inaugura un vivaio speciale

 

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Per la comunità di Casale Monferrato significa riprendersi una sorta di rivincita con la storia: laddove sorgeva lo stabilimento dell’ex Eternit, miniera di ricchezza costata la vita a un numero altissimo di cittadini, da oggi sorgerà ufficialmente il Parco Eternot.
Bonificata l’area, per la lotta contro l’amianto è arrivata anche l’arte, e la prima opera da oggi a Casale è quella firmata dall’artista Gea Casolaro, vincitrice del bando di concorso per realizzare un intervento site specific, che l’artista ha declinato in un “monumento vivo”, e intitolato appunto Vivaio Eternot.
Il progetto, a cura di Daria Carmi (Assessore alla Cultura di Casale Monferrato), ha visto in residenza nel paese del Piemonte anche Nico Angiuli e Fabrizio bellomo, il Fare Ala, Luigi Coppola e Luca Vitone. 
Di che si tratta? Ve lo avevamo anticipato: grazie alle cure di studenti e associazioni della città, coadiuvati dall’Afeva, il Vivaio Eternot produrrà in permanenza delle piantine di Davidia che il 28 aprile di ogni anno, Giornata Mondiale delle Vittime di Amianto, verranno inviate in quei luoghi e a quelle persone in Italia e nel mondo, che stanno partecipando significativamente alla lotta, individuati dall’Osservatorio Permanente sull’Amianto.
«Nei giardini pubblici accanto alla Stazione ho scoperto una pianta che non conoscevo: La Davidia Involucrata, detta albero dei fantasmi, dei fazzoletti o delle colombe, per via delle caratteristiche foglie bianche che la pianta sviluppa per proteggere la sua infiorescenza. Penso che questo albero rappresenti in modo perfetto la storia della lotta casalese ai danni causati dalla produzione della fibra d’amianto: come in una sequenza animata, ho immaginato il fiore della Davidia diventare una colomba e volare via per portare il suo messaggio di giustizia in tutta Italia, magari anche in tutta Europa. Il progetto vuole così creare un simbolo vivo della lotta all’amianto, che va mantenuta, curata, trasmessa, così come ci si prende cura del vivaio», ha raccontato Casolaro. 
«Consapevoli che ogni trasformazione urbana è un momento delicato, di sofferenza e di gioia, ma soprattutto di creazione di un’eredità concreta per chi attraversa a vive la città, è stato fisiologico pensare ad un bando che non vincolasse il committente, cioè il Comune di Casale Monferrato, alla realizzazione di un monumento a prescindere dalla proposta esecutiva del monumento stesso. Qualora la commissione composta da ArtinReti e il Comune infatti non avessero trovato idonea nessuna proposta non si sarebbe dato atto alla realizzazione di nessuno fra i monumenti proposti. La serietà e generosità degli artisti coinvolti ci ha portato ad acquisire cinque progetti di grande qualità e la partecipazione cittadina ha ripagato gli artisti sollevando un dibattito pubblico fondamentale per l’elaborazione collettiva della vicenda Eternit. Per questo abbiamo maturato la volontà di procedere con la costruzione di uno spazio pubblico dove molte opere possano tenere viva la memoria ma soprattutto il suo essere significante nel presente e nel futuro e ci siamo dati l’obiettivo di procedere subito con la realizzazione di altri fra i monumenti proposti», sono state le parole dell’Assessore Carmi. E da qui altro non possiamo fare che gli in bocca al lupo, per una rinascita che sia davvero un’altra vita. 

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